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Istituto Pediatrico: ricerca, tecnologia, ma anche ipnosi
per curare i piccoli pazienti

Sabato 25 marzo 2023 circa 6 minuti di lettura In deutscher Sprache
Giacomo Simonetti, direttore medico e scientifico dell’Istituto Pediatrico della Svizzera italiana (foto di Chiara Micci / Garbani)
Giacomo Simonetti, direttore medico e scientifico dell’Istituto Pediatrico della Svizzera italiana (foto di Chiara Micci / Garbani)

Nell’attesa che in futuro nasca un vero e proprio ospedale pediatrico cantonale, la cura dei bambini è divisa in quattro sedi, fortemente coordinate fra loro. Intervista al direttore Giacomo Simonetti
di Agnese Codignola

Ogni anno, in Ticino, nascono tra i 2’600 e i 2’700 bambini. Piccoli ticinesi che, da quando sono neonati fino alla maggiore età, possono avere bisogno, oltreché del proprio pediatra, dell’aiuto di un medico ospedaliero, per le più diverse esigenze. Quel medico, insieme alle équipe specializzate e a tutto il personale di supporto, lo trovano solitamente in uno dei quattro centri dell’Istituto Pediatrico della Svizzera Italiana (IPSI), la cui sede principale è a Bellinzona, e che è diretto da Giacomo Simonetti. Nato a Bedigliora, un paese della zona del Malcantone, Simonetti ha studiato medicina a Berna, dove ha acquisito anche la specialità in pediatria e quella in nefrologia, per poi andare in Germania, a Monaco, e tornare in seguito a Berna. Nel 2014 è rientrato a Bellinzona, dove nel 2019 è diventato direttore medico e scientifico dell’IPSI all’Ospedale San Giovanni.
Il 2019 è stato quindi un anno decisivo, non solo per la sua carriera. Racconta infatti Simonetti: «Anche se esistevano già diverse specialità e ambulatori, in quell’anno è stato costruito un piano interamente dedicato alla pediatria, dove sono state riunite le attività, con indubbi vantaggi per tutti: per i piccoli pazienti e i loro parenti, che non hanno più dovuto recarsi in luoghi diversi per accertamenti e visite, ma anche per il personale, che ha avuto un luogo nel quale confrontarsi costantemente, e collaborare ogni giorno nell’interesse del singolo bambino». La sede è diventata il luogo delle attività specialistiche, mentre i centri si sono via via specializzati su aspetti diversi, chiarisce il direttore. «A Locarno e Mendrisio abbiamo una pediatria generale, a Lugano ci prendiamo cura di alcuni disturbi tipici dell’adolescenza (purtroppo in crescita), come quelli del comportamento alimentare e quelli sociali».

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Per quanto riguarda la sede dell’Ospedale San Giovanni, sono presenti quasi tutte le discipline, a cominciare dalla neonatologia specialistica per bambini dalle 32 settimane in poi: dall’ortopedia all’infettivologia, dalla gastroenterologia alla chirurgia generale, dalla cardiologia all’onco-ematologia, dalla neurologia alla dermatologia, dalla pneumologia alla nefrologia, e anche una sezione molto importante, e non sempre presente nei centri di pediatria: quella di medicina dell’adolescenza. Spiega Simonetti: «Gli adolescenti che si ammalano hanno esigenze del tutto specifiche, sia dal punto di vista fisico che, soprattutto, da quello psicologico. E anche gli adolescenti che non hanno patologie organiche possono avere bisogno di aiuto, perché in quell’età la conflittualità raggiunge i livelli massimi, e talvolta si manifestano comportamenti non adeguati e disagi che, se non curati, possono evolvere negativamente: situazioni che, tra l’altro, abbiamo visto aumentare di numero e aggravarsi dopo la pandemia di Covid. Per questo - continua Simonetti - abbiamo dedicato alcuni specialisti a questi pazienti, con un’attenzione particolare al benessere psicologico, in modo che possano affrontare i momenti più difficili della crescita o il percorso di una malattia e, quando è necessario, del ricovero, più serenamente e con un’assistenza adeguata alla loro età. In quest’ottica, a Lugano abbiamo anche la ginecologia pediatrica, un settore troppo spesso trascurato, e invece cruciale proprio nell’adolescenza». 

Un altro ambito del tutto particolare, che ha incontrato un successo crescente, è quello dell’ipnosi, praticata da Stefania Ansaloni, capoclinica della terapia del dolore e dell’anestesia pediatrica specializzata in ipnosi medica, inizialmente presente un giorno alla settimana, ma ora molto più attiva, non solo per bambini e adolescenti. Spiega Simonetti: «L’ipnosi può essere molto utile soprattutto per combattere il dolore dopo i piccoli interventi, o per eseguire esami e procedure (ad esempio l’inserimento di un sondino o l’esecuzione di una TAC) che richiedono che il paziente stia fermo: situazioni che possono diventare complicate nei bambini e che invece sono facilmente affrontabili con l’ipnosi».

Ma un centro a elevata specializzazione vive anche di ricerca clinica, che all’IPSI è declinata in diversi progetti, molti dei quali afferenti alla Swiss Ped Net, la rete pediatrica svizzera di nove centri che permette di avere numeri sufficienti per prendere parte a studi rilevanti, e di accedere ai fondi federali. Tra gli studi portati a termine grazie alla rete, uno è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Child & Adolescent Health: «Abbiamo valutato alcune possibili terapie cortisoniche per la sindrome infiammatoria multisistemica, o MIS-C, che insorge in alcuni bambini malati di Covid - chiarisce il pediatra - e grazie alla rete siamo riusciti a includere 75 bambini (età media: 9,1 anni): un numero rilevante, considerando che, per fortuna, la MIS-C è rara». 

Al momento è iniziato il reclutamento per un altro importante studio della rete, chiamato MenuKids, che ha come oggetto l’alimentazione dei bambini, in rapporto ai parametri della crescita. «In questo caso - sottolinea ancora Simonetti - vogliamo verificare se e in che modo le diverse abitudini alimentari presenti nei cantoni influenzano le scelte dietetiche, e come tutto ciò influisca sulla crescita. Il sovrappeso e l’obesità infantile sono in crescita, ed è indispensabile capire come intervenire realisticamente ed efficacemente per modificare le abitudini scorrette».

Oltre a quelli condotti con la rete, l’IPSI da sempre porta avanti anche studi monocentrici su aspetti solo apparentemente secondari che riguardano, per esempio, gli effetti dell’anestesia, o le caratteristiche della cosiddetta fobia della febbre (la paura spesso esagerata che colpisce i genitori di fronte a un rialzo febbrile) o, ancora, la segnalazione di casi atipici di malattie infettive e così via.

Infine, anche l’IPSI è parte integrante del Master della facoltà di scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana, e all’IPSI spetta la formazione specialistica dei futuri pediatri: i bambini di oggi e quelli di domani e i loro genitori sono in ottime mani, nella speranza che prima o poi l’IPSI cresca ulteriormente, e si trasformi in un vero ospedale pediatrico cantonale a tutti gli effetti, raggruppando e rimodulando ancora di più le specialità e le prestazioni, e favorendo così la nascita di un polo di assoluta eccellenza per tutto il cantone.