Prospettive

Quando l’intelligenza artificiale
ha "bisogno" dei filosofi
per risolvere i problemi etici

Venerdì 23 agosto 2024 circa 5 minuti di lettura
La palazzina che ospita la Facoltà di teologia, in via Buffi a Lugano (foto di Alberto Celesti)
La palazzina che ospita la Facoltà di teologia, in via Buffi a Lugano (foto di Alberto Celesti)

In questo ambito è molto attiva la ricerca alla Facoltà di Teologia di Lugano, che ha intensificato gli scambi interdisciplinari con diverse reti scientifiche in Ticino. Ne parliamo con il professor Markus Krienke
di Valeria Camia

Fino a dove può spingersi il progresso tecnologico e quali limiti etici pone? È giusto delegare il discernimento etico alle macchine? Come possiamo assicurare che i risultati tecnologici rispettino la libertà e l’autodeterminazione umana?
Con l’intelligenza artificiale che avanza, anche l’Etica assume una crescente centralità. E questo è uno dei temi della ricerca in ambito filosofico condotta alla Facoltà di Teologia di Lugano, che è affiliata all’Università della Svizzera italiana (USI) e nel 2023 ha festeggiato i suoi primi 30 anni (ma le iniziative per celebrare l’anniversario si sono protratte anche nel 2024). Ci sarà molto di cui discutere!
Ne è convinto Markus Krienke, professore ordinario di Etica sociale cristiana e Dottrina sociale della Chiesa. Il dialogo con la scienza è fondamentale e infatti, come ricorda Krienke (che è anche il direttore della cattedra “Antonio Rosmini”), sono sempre più consolidati gli scambi interdisciplinari tra la Facoltà di Teologia e diverse reti scientifiche in Ticino, dall’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA), alla Fondazione Möbius Lugano, giusto per fare qualche esempio - senza dimenticare, più in generale, gli interessi dell’USI per l’intelligenza artificiale (si pensi al tema della città intelligente, Smart City, del quale si è occupato già qualche anno fa l’USI EMBA CLUB, entità che raggruppa gli alumni e gli attuali partecipanti dell’USI Executive MBA) e, in tempi attuali, il partenariato dell’Università con la Città di Lugano per la promozione di Lugano Living Lab, un’iniziativa volta a sostenere e facilitare l’innovazione digitale e tecnologica nello spazio cittadino.

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«Iin Ticino, come in tutta la Svizzera in generale, si sta investendo molto nella ricerca e sviluppo dell’intelligenza artificiale - dice Krienke. - Questa attenzione non arriva solo dalla sfera tecno-scientifica, passando per applicazioni in campo finanziario, economico, medico o farmaceutico; investe anche diversi altri ambiti, tra i quali ci sono certamente la filosofia nonché la stessa teologia. Guardando alle attività  promosse dalla nostra Facoltà, si sono certamente intensificati i contributi di natura “etica” volti a esplorare il complesso rapporto tra progresso tecnologico e morale».

Le sfide legate all’integrazione dei valori umani nel contesto dello sviluppo dell’intelligenza artificiale sempre più rapido toccano, per esempio, i confini etici del progresso tecnologico e le sue applicazioni individuali e sociali, il bilanciamento tra efficienza tecnologica e la libertà o autodeterminazione umana, passando per il tema della responsabilità etica delle macchine, una questione che, per Krinke, è un’illusione: «Possiamo sottoporre problemi o domande etiche a una macchina - spiega - ma la risposta che essa fornisce non ha una reale validità morale, poiché l’etica richiede discernimento, giudizio e una presa di posizione nei confronti dei valori: esercizi, questi, che implicano la libertà del soggetto. Una macchina può agire correttamente secondo un determinato programma, ma ciò non significa che stia compiendo un’azione morale. Alla fine, “essere morali” è una responsabilità che ricade sempre su di noi». Continuando in questa prospettiva etica, «non dobbiamo dimenticare - aggiunge Krienke - che i cosiddetti bias (pregiudizi) nell’intelligenza artificiale riflettono spesso i difetti della nostra società, poiché queste macchine si basano sui dati che noi forniamo loro. Essere consapevoli di questo è importante: l’intelligenza artificiale può fungere da specchio, facendoci riflettere sui nostri pregiudizi e difetti». 

Eppure, trovare un consenso etico “oggettivo” sulla tecnologia non è facile. Anzi, la questione è piuttosto complicata, poiché la tecnologia è universale, ma gli esseri umani e le diverse società nel mondo non sempre condividono gli stessi principi morali. «Tutti ricordiamo - sottolinea Krinke - la recente, lunga e complessa discussione in seno all’Unione europea riguardante l’applicazione dell’intelligenza artificiale per combattere la corruzione e identificare comportamenti criminali. Con la regolamentazione sull’intelligenza artificiale, si è arrivati a vietare l’uso di determinati dispositivi di IA in contesti che potrebbero compromettere la dignità della persona, come nel caso dei rilevamenti biometrici da parte dei datori di lavoro».

Per gli esperti di etica che si occupano di intelligenza artificiale e sfide morali, c’è poi un’ulteriore questione: riguarda la fusione tra umano e tecnologia. «L’idea di un essere umano che, grazie alla tecnologia, non commetta più errori, non provi più stanchezza, e sia libero dai vizi, rappresenta una provocazione profonda per la morale tradizionale - dice Krienke. - Questa prospettiva di perfezione umana, che si avvicina a una sorta di divinità senza difetti, richiama una sfera più religiosa che scientifica. Tuttavia, essa mette in discussione la nostra comprensione dell’essere umano, rivelandoci che il valore dell’umanità risiede anche nei suoi limiti e nelle sue imperfezioni. Insomma, la perfezione umana non è la stessa cosa della perfezione di una macchina; la prima si realizza attraverso l’espressione di valori umani, anche passando per errori e cadute».

La questione di come proseguirà il dibattito etico sull’intelligenza artificiale è ancora aperta e agli inizi, non solo poiché la tecnologia avanza molto più rapidamente rispetto alla discussione filosofica (e legislativa). Dal punto di vista morale, la tensione riguarda come trovare un equilibrio, un’attenzione costante nella regolamentazione della ricerca, che non limiti quest’ultima eccessivamente, ma che, allo stesso tempo, protegga la dignità umana e l’autonomia. «In definitiva - conclude Krienke - il tema è ampio e complesso, e richiede un continuo aggiornamento e un dialogo interdisciplinare per affrontare le sfide che la fusione tra umano e tecnologia comporta. È proprio questa la strada che la Facoltà di filosofia intende continuare a percorrere».