Innovazione

Rivoluzione digitale in agricoltura, arrivano 36 milioni di euro
per la ticinese xFarm Technologies

Giovedì 10 ottobre 2024 circa 6 minuti di lettura
Martino Poretti, cofounder di xFarm Technologies (foto di Chiara Micci / Garbani)
Martino Poretti, cofounder di xFarm Technologies (foto di Chiara Micci / Garbani)

Nuovo, grande "round" di finanziamenti di venture capital per questa startup di successo, che ha la sede nel Tecnopolo di Manno, gestito dalla Fondazione Agire. Dispositivi avanzati e intelligenza artificiale
di Paolo Rossi Castelli

Trentasei milioni di euro, pari a circa 34 milioni di franchi, per espandere l’attività in Europa e in altri Paesi del mondo (Brasile e India, soprattutto). I soldi in arrivo alla startup ticinese xFarm Technologies da un nuovo “round” di finanziamentii privati, che si è concluso nei giorni scorsi, si sommano ai 3 milioni del capitale iniziale e ai 17 milioni già raccolti nel 2022. Una somma complessiva davvero notevole, destinata a una giovane azienda che punta a diventare, nelle tecnologie digitali per il settore agro-alimentare, quello che Spotify è stato per la musica: un apripista in un mondo ancora “vergine” e da esplorare. «La vicenda di Spotify insegna - dice Matteo Vanotti, amministratore delegato di xFarm Technologies - che chi arriva primo prende il mercato. Quando abbiamo iniziato, sette anni fa, ci rivolgevamo ai singoli agricoltori, o alle cooperative. Adesso i nostri clienti sono i big come Nestlè, Barilla, Parmalat». 

In effetti l’agricoltura si trova davvero, per certi aspetti, in una situazione simile a quella del mercato della musica di 18 anni fa, relativamente poco digitalizzato, quando è nato Spotify. «Secondo alcune stime, attualmente solo il 6-10% degli agricoltori nell’Unione Europea utilizza strumenti digitali per migliorare i raccolti e per rendenderli nello stesso tempo sempre più sostenibili - ha spiegato Martino Poretti, cofondatore di xFarm Technologies, durante la conferenza stampa indetta il 9 ottobre al Tecnopolo di Manno, per annunciare l’ingentissima raccolta di fondi. - E in certi Paesi, come l’India, questa percentuale risulta ancora più bassa. Eppure, con un uso avanzato dell’elettronica e dell’intelligenza artificiale, i margini di progresso (e di guadagno) possono essere molto significativi».

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Per questo è nata nel 2017 xFarm Technologies, da un’idea di alcuni amici capitanati da Vanotti. Il successo è stato quasi immediato, grazie anche all’aiuto della Fondazione Agire, che gestisce il Tecnopolo (e ha accolto il primo “nucleo” di xFarm Technologies nel 2019), e grazie a TiVentures, il fondo pubblico ticinese di venture capital, che ha partecipato alla prima “tranche” di investimento. Ora xFarm ha 175 dipendenti, distribuiti in Ticino e nelle sedi aperte in diversi Paesi europei (Italia, Spagna, Francia, Germania, Polonia e Gran Bretagna), e anche oltre il Vecchio continente.

“La nostra tech company - si legge in un comunicato stampa di xFarm - supporta il lavoro di 450.000 aziende agricole appartenenti a più di 100 filiere, su oltre 7 milioni di ettari in tutto il mondo. Il 2024 si sta rivelando un anno di grande crescita, con l’arrivo dei nuovi finanziamenti e  l’integrazione lo scorso aprile di Greenfield Technologies, azienda spagnola incentrata sull’Agricoltura Rigenerativa, e di SpaceSense, realtà francese specializzata nell’Intelligenza Artificiale Geospaziale”.

Al centro di tutto c’è (come per Spotify...) una app da scaricare sullo smartphone. O, meglio, diverse app (una vera e propria piattaforma), realizzate per aiutare gli agricoltori in diversi settori della loro attività: ad esempio, per tenere sotto controllo in tempo reale gli insetti parassiti che infestano le coltivazioni, e attivare i rimedi necessari con estrema rapidità e il minimo impatto ambientale possibile. I tecnici di xFarm hanno realizzato, a questo scopo, una serie di trappole per catturare gli insetti infestanti, grazie ai feromoni “giusti”, in grado di attrarli. Quando gli insetti entrano nella trappola, che ha la forma di una casetta, vengono bloccati da una sostanza adesiva e fotografati. Un sistema digitale riconosce poi in modo velocissimo il tipo di parassita e comunica queste informazioni, insieme ad altre (soprattutto la quantità di insetti presenti in ogni istante, e le variazioni), all’agricoltore, tramite la rete telefonica cellulare. «Nelle zone in cui la copertura è assente (questo accade soprattutto nei Paesi del Terzo mondo), utilizziamo altri tipi di ponti radio, che abbiamo creato ad hoc - spiega Poretti. - Il contadino non deve più, quindi, percorrere chilometri nei campi per andare a controllare le trappole (come si è sempre fatto) e, soprattutto, ha la situazione sotto controllo 24 ore su 24, con una precisione altissima».

Altri strumenti messi a punto da xFarm Technologies consentono di monitorare in modo permanente alcune caratteristiche determinanti del terreno, come le sostanze disciolte e il grado di macerazione delle foglie: questi parametri sono preziosi per determinare il rischio di aggressione dei parassiti.

«Ma stiamo cercando di andare anche oltre quest’area di intervento “tecnica” (peraltro importantissima) - continua Poretti - affacciandoci anche su quella amministrativa, per così dire. Insieme alla compagnia di assicurazioni Zürich, in particolare, stiamo mettendo a punto un sistema di polizze contro gli eventi climatici avversi e la perdita delle coltivazioni, che vengano “guidate” dalla possibilità di misurazione ed elaborazione dei dati offerte dai nostri strumenti, con un vantaggio per gli agricoltori ma anche per le stesse compagnie».

IL VENTURE CAPITAL - I 36 milioni di euro raccolti nell’ultimo “funding round” (ciclo di finanziamenti) arrivano da quattro società  - una svizzera e tre estere - specializzate in capitali di rischio, o venture capital (perché, non bisogna nasconderlo, l’investimento nelle startup è molto meno “tranquillo” rispetto ad altri strumenti finanziari, ma può offrire anche grandi margini di crescita). Capofila è stata la Partech Partners (una società di investimento francese), seguita da Mouro Capital (un’azienda con sede a Londra), Swisscom Ventures (già capofila del precedente finanziamento) e United Ventures (una società italiana). Sommando i 36 milioni a quelli raccolti in precedenza, si arriva a un totale che supera abbondantemente i 50 milioni. E tutto in appena 7 anni. «In questo settore - commenta Lorenzo Ambrosini, direttore della Fondazione Agire - è l’investimento finora più importante in Europa».

I DIECI ANNI DEL TECNOPOLO - L’ultimo “round” di xFarm Technologies è anche il più grande mai raggiunto da una delle aziende del Tecnopolo, che proprio quest’anno celebra i suoi dieci anni di vita. «Siamo estremamente orgogliosi del successo di xFarm Technologies, un traguardo che evidenzia anche il valore del lavoro svolto dalla nostra agenzia e dall’intero Sistema Regionale dell’Innovazione - dice Luca Bolzani, presidente della Fondazione Agire. - Da dieci anni supportiamo startup e aziende innovative, offrendo una rete solida e dinamica che ne favorisce la crescita». Il Tecnopolo finora ha ospitato 72 startup, delle quali l’80% è ancora in attività, con una raccolta complessiva di finanziamenti che supera gli 80 milioni di franchi.

Aggiunge Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Canton Ticino: «xFarm Technologies, nata e cresciuta nel cuore del Ticino, non solo sta conquistando il mondo - e per questo le facciamo i complimenti e auguriamo i meritati successi - ma lo fa portando con sè il nome del nostro Cantone come terra di innovazione. Questo successo dimostra come le startup che scelgono di insediarsi qui possano ottenere risultati straordinari, sia in termini di crescita, sia di attrazione di capitali. Siamo determinati a continuare a offrire un ambiente fertile per l’innovazione».