Come tradurre la scienza

Solo 6 gruppi editoriali svizzeri hanno una redazione scientifica

Sabato 28 maggio 2022 circa 4 minuti di lettura In deutscher Sprache

di Valeria Camia

Settanta. Tanti sono i giornali “scomparsi” in Svizzera dal 2003, come ha ricordato la consigliera federale Simonetta Sommaruga durante una conferenza stampa a Berna.
Soffrono tutti i dipartimenti, dalla Politica, all’Economia, dallo Sport alla Cultura, alle Scienze. Queste ultime, in particolare, soffrono molto. Della riduzione del numero di mezzi d’informazione svizzeri che hanno ancora redazioni scientifiche o giornalisti che si occupano esclusivamente di scienza si è occupato anche il Rapporto sul giornalismo scientifico realizzato dalle Accademie svizzere delle scienze, pubblicato lo scorso settembre. I dipartimenti scientifici sono tra i più colpiti dai tagli nel settore dei media - si legge nel rapporto - mentre cresce il numero di giornalisti scientifici che sono assunti con contratti parziali o come collaboratori esterni, quindi precari. 

Per Raffael Schuppisser, caporedattore della sezione Cultura e Scienza del gruppo CH Media dal 2019, i dati rivelati dal Rapporto non sono poi una gran sorpresa. Basta guardare quello che è accaduto negli ultimi anni: i giornali in Svizzera hanno ampliato le pagine di politica interna e esteri, cultura e sport, continuando, però, a investire sempre meno nelle pagine dedicate alle scienze. Di fatto, su quotidiani e riviste non specialistiche, gli spazi scientifici sono stati tra i primi a essere tagliati. Paradossale, se si pensa a come la pandemia di Covid-19 abbia invece accresciuto l’interesse generalizzato verso le scoperte in campo biomedico, come ricorda lo stesso Schuppisser. Attualmente la "soluzione" che spesso viene scelta dagli editori per mantenere viva l’attualità scientifica nei media cartacei elvetici è quella dell’accorpamento tra testate e redazioni. E così è stato fatto anche da CH Media, un’azienda editoriale fondata nel 2018 come joint venture tra il gruppo NZZ e AZ Medien. Oggi CH Media è una delle poche realtà giornalistiche svizzere ad avere un dipartimento scientifico, accanto a "Le Temps", "Neue Zürcher Zeitung" e "NZZ am Sonntag", "Republik", "TX Group" e l’emittente pubblica "SRG".

«Per fronteggiare la crisi dell’editoria - conferma Schuppisser - si è scelto di unire le forze. Il risultato è che oggi, mentre altri tagliano, CH Media è in grado di perseguire il trend opposto. Ad assumere. La redazione scientifica di CH Media conta oggi tre giornalisti con una preparazione specifica, ciascuno su diverse branche delle scienze. Lavorano a tempo pieno e si interfacciano continuamente con le altre redazioni, perché alcune notizie hanno risvolti che toccano la sfera medico/scientifica e al tempo stesso politica, sociale e economica (pensiamo al 5G, ai cambiamenti climatici, alla riduzione della biodiversità e naturalmente alla pandemia di Covid-19)».
Certo, tre giornalisti scientifici non sono molti… Per Schuppisser, naturalmente, si potrebbe sempre ampliare la redazione, ma il fatto è che «non sempre è necessario essere uno scienziato specializzato per scrivere di scienza». Conoscere la materia di cui si scrive, a partire dalla comprensione del suo metodo, è ovviamente di aiuto e importante, ma dai giornalisti scientifici ci si aspetta anche curiosità e interesse nel «fare domande, consultare le fonti e quindi scrivere gli articoli sulla base di fatti che sono verificati e presentati in modo oggettivo. Soprattuto nel periodo del coronavirus - continua Schuppisser - abbiamo visto i limiti di una comunicazione troppo allarmistica o, al contrario, negazionista. Questo non è fare giornalismo». Proprio durante la pandemia - sottolinea Schuppisser - le diverse redazioni di CH Media hanno intensificato gli scambi e la cooperazione per dare informazioni sul virus in modo completo, preciso e sfaccettato.

Questa attenzione è particolarmente importante anche per affrontare le sfide poste dall’evoluzione dei media digitali, e per arginare quel fenomeno di disinformazione da tutti conosciuto come il mondo delle fake-news. Internet ha cambiato il concetto di tempestività, e le redazioni sono in competizione per fornire informazioni il più velocemente possibile. Nel mondo multimediale di oggi è comune trovare rappresentazioni "alternative” e sbagliate della scienza, diffuse da cittadini, consumatori e gruppi di interesse in blog, chat, siti web e reti sociali. «CH Media - conclude Schuppisser - con la propria redazione di professionisti scientifici e unendo le risorse di più gruppi mediatici, cerca di rispondere a questa disinformazione con nuove tecnologie, utilizzandole come un’opportunità per connettersi più strettamente con il pubblico».
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(Nella foto, Raffael Schuppisser)