Collaborazioni

Più professori dell’USI
con una cattedra anche all’ETH:
si studia l’"ampliamento"

Lunedì 10 luglio 2023 circa 3 minuti di lettura
Christian Wolfrum (foto di Mafe Fernandez)
Christian Wolfrum (foto di Mafe Fernandez)

Intervista a Christian Wolfrum, nuovo vicepresidente della Ricerca al Politecnico federale di Zurigo. Nei prossimi mesi al via anche un particolare tipo di dottorato (clinica e ricerca), gestito in comune
di Valeria Camia

La collaborazione fra l’Università della Svizzera italiana (USI) e il Politecnico federale di Zurigo (ETH) gode di buona salute e appare in crescita, grazie ai numerosi progetti di ricerca in comune e al buon esito del nuovo corso di laurea in medicina, che prevede, per la maggior parte degli studenti, la permanenza per i primi tre anni (il bachelor) all’ETH, appunto, e la conclusione (gli ultimi tre anni: il Master) a Lugano. «Ma sarebbe molto positivo se ampliassimo la cooperazione tra USI ed ETH anche per quanto riguarda l’assegnazione delle cattedre» - anticipa a Ticino Scienza Christian Wolfrum, vicepresidente della Ricerca all’ETH dal gennaio di quest’anno. 

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Sono due, oggi, i docenti della Facoltà di scienze biomediche dell’USI che hanno una cattedra anche all’ETH. Si tratta di Andrea Alimonti e Federica Sallusto. «È prematuro indicare quanti professori e a partire da quando potranno “arrivare” a Zurigo - precisa Wolfrum - ma siamo consapevoli dell’importanza di potenziare e approfondire questo tipo di sinergie. Per questo all’ETH stiamo facendo dei passi in questa direzione». Per conseguire questo obiettivo, e finanziare le doppie nomine, si sono già fatti avanti fondazioni e anche alcuni donatori privati, che hanno espresso il proprio interesse. «Non possiamo che essere onorati - dice Wolfrum - se altri finanziatori vorranno unirsi per dare concretezza, quanto prima, a questa nuova fase di collaborazione accademica tra i poli accademici a nord e sud delle Alpi».

Nei mesi a venire c’è anche un altro importante progetto che si appresta a diventare realtà. Insieme a Giovanni Pedrazzini, decano della Facoltà di scienze biomediche dell’USI e Alain Kaelin, direttore del Neurocentro e della Scuola di dottorato di ricerca in biomedicina dell’USI, Wolfrum ha ormai pressoché ultimato le discussioni per un programma di “MD-PhD” congiunto: un termine tecnico che indica un intreccio innovativo fra il normale percorso di formazione medica e il contemporaneo avvio verso un’attività di ricerca. «Mancano alcuni dettagli - spiega Wolfrum - ma possiamo fin da ora confermare che nel futuro prossimo ai laureati in medicina sarà data l’opportunità di condurre regolari studi di dottorato (quindi di ricerca), mentre viene completata la formazione medica, beneficiando delle strutture e dei docenti tanto presso l’ETH che presso l’USI». 

Nel frattempo, il 4 settembre, un altro traguardo significativo verrà raggiunto: dalla Facoltà di scienze biomediche dell’USI usciranno i primi laureati in medicina a Lugano, invertendo un iter che per decenni aveva portato i ragazzi ticinesi a laurearsi negli atenei della Svizzera tedesca o francese. «Riceviamo regolarmente feedback molto positivi da parte di studenti che stanno frequentando i loro studi in medicina a Lugano» - dice Wolfrum. In particolare, il vice-presidente della Ricerca all’ETH ribadisce che «è sempre molto apprezzato il modello innovativo del programma di studi che offre largo spazio alla ricerca e, al contempo, alla pratica clinica. ETH e USI, dopo ormai quasi tre anni, lavorano in modo molto ben coordinato e integrato, sia dal punto di vista organizzativo, sia amministrativo e anche di contenuti». A chi domanda come possa un Politecnico occuparsi anche di medicina, il professore risponde sottolineando come l’ETH includa un vastissimo numero di discipline di studio, con la sola eccezione delle scienze umane, e in questo senso «la ricerca medica si inserisce pienamente negli interessi dei ricercatori del Politecnico».