Lugano

Giornata delle startup, spinta all’innovazione e richiesta
di maggiori finanziamenti

Venerdì 10 febbraio 2023 circa 5 minuti di lettura In deutscher Sprache
Joy Bordini, cofondatrice della startup "Go Healthy & Co" (foto di Eugenio Celesti)
Joy Bordini, cofondatrice della startup "Go Healthy & Co" (foto di Eugenio Celesti)

Successo per l’iniziativa del Dipartimento delle finanze e dell’economia, al Palacongressi. Lorenzo Leoni (TiVentures): «Investano nel settore anche le Casse pensioni. Adesso si può». Pronto un nuovo fondo
di Paolo Rossi Castelli

Quanta voglia di startup! Il palazzo dei congressi di Lugano era gremito, giovedì 9 febbraio, per la seconda Giornata cantonale dedicata ai “pazzi sognatori” che hanno un’idea imprenditoriale, ci credono con passione, e dedicano un’enorme quantità di tempo per cercare di metterla in pratica e di trovare finanziatori in grado si sostenerla, pur sapendo che il 90% delle startup non sopravvive ai primi cinque anni di attività. Ma nonostante queste consapevolezze, almeno 400 persone si sono presentate al palacongressi (e altre 100 si sono collegate via computer), partecipando con intensità a una successione continua di presentazioni, tavole rotonde, contatti vis-à-vis. 

Lo scopo dell’iniziativa, organizzata dal Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), in stretta collaborazione con la Fondazione Agire e con il sostegno di BancaStato, era soprattutto quello di creare un punto di incontro fra gli “startupper” e i possibili investitori, come ha ricordato il consigliere di Stato Christian Vitta, nella consapevolezza che la fase critica (spesso molto difficile, o a volte impossibile, da valicare) per chi si avventura nel mondo delle aziende innovative è proprio quello dei finanziamenti. «Abbiamo già attivato una serie di agevolazioni fiscali per le startup e per chi vuole sostenerle - ha spiegato Vitta - ma dobbiamo migliorare, e spingere con maggiore forza il finanziamento privato, accompagnando con nuove iniziative chi vuole accostarsi a questi investimenti a rischio. Insomma, vogliamo incentivare gli imprenditori già affermati a sostenere questo settore, potenziando le reti di condivisione, connettendoci con il resto della Svizzera e con il Nord Italia, in modo da rendere il Ticino sempre più un terreno ideale per far crescere nuove iniziative».

Guarda la gallery Guarda la gallery Guarda la gallery (4 foto)

In questo ambito, un annuncio importante è arrivato da Lorenzo Leoni, imprenditore di successo e “managing partner” del fondo pubblico TiVentures, che attualmente sta accompagnando 14 startup ticinesi verso il decollo. Leoni ha preannunciato il lancio di un nuovo fondo d’investimento, creato appositamente da TiVentures e approvato dalle autorità bancarie, per raccogliere 20 milioni di franchi nel corso del 2023, da utilizzare a sostegno di startup innovative. «Questo “veicolo”, come si dice in gergo, è destinato agli investitori professionali - ha spiegato Leoni - e, ci auguriamo, alle Casse pensioni, che dal 2022 sono autorizzate a investire una piccola quota dei loro capitali anche in aziende “rischiose”, come le startup. L’ingresso dei fondi pensione potrebbe costituire un punto di svolta, considerando l’entità del denaro che hanno a disposizione. Solo la Cassa pensioni dei dipendenti pubblici del Canton Ticino, per fare un esempio, dispone di 4 miliardi di franchi. Basterebbe - ha continuato Leoni - che investisse solo il 5 per mille nel nostro nuovo fondo, e i 20 milioni previsti per quest’anno verrebbero già raccolti. Si tratterebbe, è bene sottolinearlo, di un investimento nell’economia reale (non in strumenti inseriti nella finanza internazionale), che fa aumentare i posti di lavoro, paga stipendi e, alla fine, fa anche crescere i contributi versati alla stessa Cassa  pensioni... Il Ticino potrebbe diventare un apripista: già TiVentures è quasi un unicum nel panorama svizzero, perché solo a Zurigo c’è qualcosa di simile (un fondo di venture capital, cioè, che agisce con denaro pubblico per sostenere le startup). Il passaggio ulteriore, con l’arrivo dei fondi pensione, sarebbe ancora più innovativo».

Ma non appare troppo pericoloso investire i contributi previdenziali in aziende considerate, per definizione, a rischio? «Questa è una leggenda da sfatare - spiega Leoni a Ticino Scienza - e lo dimostrano i risultati ottenuti da TiVentures, che seleziona con estrema cura le aziende da sostenere, e partecipa direttamente, per 5-10 anni, alla loro gestione, prima di uscirne. Ebbene, seguendo questi criteri, gli 8 milioni di franchi investiti finora da TiVentures (di cui 2,5 già recuperati) sono diventati nel frattempo 20, perché le aziende in cui siamo entrati sono cresciute notevolmente. Diversificando i rischi, e applicando grande attenzione, l’investimento di “avventura” si rivela, non solo in Ticino, come uno dei più soddisfacenti, con un rendimento medio del 10-15% annuo (quasi nessun altro strumento finanziario riesce a offrire risultati simili). Per questo le Casse pensioni potrebbero trarne un forte beneficio, come d’altronde avviene, da sempre, negli Stati Uniti, in Scandinavia e in Gran Bretagna. La Svizzera, invece, da questo punto di vista è in ritardo».

Ma quante sono in Ticino le startup innovative? Non è facile individuare un numero preciso. «Negli ultimi 4 anni - spiega Luca Bolzani, presidente della Fondazione AGIRE (che ha il compito di favorire l’innovazione nel nostro cantone) - abbiamo avuto 938 contatti (richieste di informazioni, aiuto, sostegno, collaborazione) da parte di 402 startup. Di queste, la Fondazione AGIRE si relaziona, adesso, con circa 100, mentre altre 100, secondo le nostre stime, agiscono al di fuori del nostro cappello, se vogliamo usare questa espressione. Dunque possiamo affermare che circa 200 startup sono attive in Ticino, e danno lavoro a 1.000-1.500 persone». 

Ma perché è così difficile, per chi cerca di avviare una startup, trovare finanziatori disposti ad assumersi questo rischio? Le ragioni sono diverse, e complesse. Pesa anche, in Ticino, l’assenza dei Politecnici, che a Zurigo e a Losanna, invece, hanno fatto da catalizzatori per la nascita di vere aree dell’innovazione e per la conseguente raccolta di fondi (la maggior parte dei 4 miliardi di franchi investiti in startup svizzere, l’anno scorso, secondo lo Swiss Venture Capital Report 2023, è finito lì, a Zurigo-Losanna/Ginevra, mentre in Ticino sono arrivati solo 40 milioni). Ma ci sono, a volte, anche spiegazioni più semplici, quasi disarmanti. «Gli investitori - dice Joy Bordini, CEO e cofondatrice di Go Healthy & Co, una startup che ha realizzato un software di autoaiuto e di supporto alla prevenzione - cercano progetti molto mirati su un singolo focus, che offra valore. Chi crea una startup deve risolvere un problema reale. Come si dice, deve innamorarsi del problema, e non della soluzione. Se farà qualcosa di realmente utile, gli investitori prima o poi arriveranno».