NUOVI SCENARI

Ricerca clinica con il turbo
quando l’intelligenza artificiale entrerà a pieno ritmo

Martedì 14 giugno 2022 circa 4 minuti di lettura In deutscher Sprache

Esperti "convocati" al Simposio annuale della Swiss Clinical Trial Organisation, la piattaforma nazionale per la ricerca clinica, che per la prima volta si dà appuntamento nella Svizzera italiana
di Elisa Buson

Potrebbe essere una rivoluzione epocale per la medicina, paragonabile al passaggio dalla carrozza all’automobile. L’introduzione dell’intelligenza artificiale (AI) nelle sperimentazioni cliniche potrebbe imprimere un’accelerazione mai vista prima allo sviluppo di nuove terapie, velocizzando il loro passaggio dal laboratorio al letto del paziente. Resta però ancora tanto da fare. Per far sì che il “motore” della data science funzioni a dovere sulla “vettura” della ricerca clinica serviranno tecnologie sempre più evolute ed efficienti, ma non solo: mancano ancora “cinture di sicurezza”, “semafori” e un vero e proprio “codice della strada” che ne regoli l’utilizzo. Di queste nuove sfide si parlerà il 15 giugno al Simposio annuale della Swiss Clinical Trial Organisation (SCTO), la piattaforma di cooperazione nazionale per la ricerca clinica orientata al paziente, che per la prima volta si dà appuntamento nella Svizzera italiana, presso il Campus Est dell’Università della Svizzera italiana (USI) a Lugano.

«Saranno più di 150 gli esperti nazionali e internazionali che si confronteranno per fare il punto sull’evoluzione del settore e valutare potenziali rischi e benefici di queste nuove tecnologie», spiega il professor Alessandro Ceschi, direttore della Clinical Trial Unit (CTU) dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e membro del Consiglio dei direttori delle CTU della SCTO. Ad aprire il simposio sarà una attesissima keynote lecture affidata a Michael Bronstein, Professore di Intelligenza Artificiale all’Università di Oxford e leader mondiale nel campo del "machine learning geometrico", un ambito che ha recentemente trovato un’ampia gamma di applicazioni anche nella ricerca clinica e nello sviluppo di farmaci. 

L’intelligenza artificiale, infatti, può essere impiegata in diverse fasi della ricerca clinica: può migliorare la progettazione e l’analisi di fattibilità delle sperimentazioni, rendendole più mirate ed efficaci; può facilitare la selezione dei pazienti, considerato che i criteri di inclusione ed esclusione sono sempre più complessi e basati su grandi quantità di dati relativi al profilo biomolecolare delle malattie; può supportare l’acquisizione in tempo reale dei dati raccolti sui singoli pazienti; infine può agevolare la rielaborazione dei risultati per aiutare i ricercatori nella loro interpretazione.

Al momento, in Ticino, l’intelligenza artificiale non viene applicata di routine nei trial clinici, ma inizia a farsi largo in alcuni studi. Un ruolo centrale lo sta giocando lIstituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale (IDSIA) di USI e SUPSI, «che è il partner di riferimento con cui portiamo avanti da qualche anno una collaborazione strutturata», sottolinea il professor Ceschi. «Pochi mesi fa abbiamo anche promosso un incontro tra i nostri ricercatori clinici e gli esperti IDSIA, una sorta di brainstorming per valutare insieme la possibilità di applicare l’intelligenza artificiale a nuovi studi clinici sfruttando le sinergie sul territorio».

Da questo trust di “cervelli” sono nate diverse iniziative che hanno già portato alle prime applicazioni di successo. Alcuni risultati saranno presentati al simposio STCO, dove Pietro Cippà dell’EOC e Daniele Malpetti dell’IDSIA mostreranno come l’intelligenza artificiale è stata impiegata nell’ambito dello studio K-CLIER sul sequenziamento dell’Rna su singola cellula in nefrologia, mentre Mauro Manconi dell’EOC e Francesca Mangili dell’IDSIA parleranno dell’AI nel progetto LIFE-ON nel campo della medicina del sonno.

Il simposio comunque non affronterà solo aspetti scientifici e tecnologici. «Abbiamo preparato un evento interdisciplinare – prosegue Ceschi - in cui il tema dell’AI sarà sviscerato sotto tutti i punti di vista: non solo quello dei ricercatori, ma anche quello dei comitati etici, delle autorità regolatorie, delle associazioni di pazienti, degli enti finanziatori e delle industrie e startup del medtech». Un’applicazione più estesa dell’AI imporrà infatti nuove necessità normative, di cui parlerà Alessandro Blasimme del Politecnico federale di Zurigo, e nuove sfide etiche e legali, che verranno approfondite da Susanne Driessen, presidente dell’Associazione svizzera delle Commissioni etiche della ricerca (swissethics).
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Nella foto in alto (© Ti-Press / Alessandro Crinari), un medico in azione nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Locarno. I sistemi di intelligenza artificiale modificheranno e potenzieranno molte delle procedure attualmente in corso