Passa anche da Lugano
il Master europeo d’eccellenza
per esperti di Supercalcolo
L’USI e il Politecnico di Zurigo verranno coinvolti, insieme al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico, nel Master in High-Performance Computing, finanziato dalla UE, che raccoglie otto atenei di alto livellodi Michela Perrone
L’Università della Svizzera italiana (USI) sarà coinvolta in autunno nel primo programma pilota pan-europeo di Master in High-Performance Computing (Hpc): un progetto importante nell’ambito dei supercalcolatori (quei grandi computer destinati a svolgere operazioni di calcolo di enorme complessità).
Il Master è stato avviato dalla European High Performance Computing Joint Undertaking, un’iniziativa congiunta tra Unione Europea, altri Paesi (come la Svizzera appunto) e partner privati, “per sviluppare - come si legge nel sito della EuroHPC - un ecosistema di supercalcolo di livello mondiale in Europa”.
Spiega a Ticino Scienza Ernst-Jan Camiel Wit, professore di statistica e scienza dei dati all’USI: «Un consorzio di università e partner industriali, tra cui l’Università della Svizzera italiana, guidato dall’Università del Lussemburgo, è stato selezionato dal Consiglio europeo per iniziare a offrire master completamente finanziati in questo settore di importanza strategica a partire dal 2022. Il consorzio si chiama EUMaster4HPC e inizialmente saranno otto le università autorizzate a rilasciare i diplomi, tra cui, appunto, l’USI».
L’iniziativa è finanziata dalla UE e sostenuta all’USI dall’Institute of Computing e dal Computer Systems Institute della Facoltà di scienze informatiche. Il Politecnico federale di Zurigo (ETH) e il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS, gestito a Lugano dallo stesso ETH) partecipano al progetto rispettivamente come università e centro contribuente. Il Politecnico di Zurigo integrerà inoltre alcuni corsi di insegnamento dell’USI nel suo Master of Computational Science and Engineering.
Sebbene molti programmi di studio universitari includano l’informatica di base e i linguaggi di programmazione, il Master Hpc vuole fare un passo in più, fornendo agli studenti competenze più approfondite e flessibili, adatte a essere utilizzate in un ecosistema tecnologico in rapido sviluppo.
Il corso di studi - spiegano gli organizzatori - è stato progettato in modo modulare anche per consentire l’integrazione totale o parziale dei vari segmenti in altri programmi di master. La convinzione è che la disponibilità di scienziati di dati competenti in High-Performance Computing sia un fattore chiave per guidare la trasformazione digitale in Europa. Questo richiede chiaramente la formazione di studenti laureati altamente qualificati e di talento.
Sul tavolo ci sono 7 milioni di euro, da utilizzare per formare gli studenti in aree come la progettazione, l’implementazione, il funzionamento e l’uso dell’HPC e delle tecnologie correlate. Il passaggio successivo sarà poi favorire il trasferimento di conoscenze nell’industria e nel mondo accademico in diversi ambiti strategici.
«Questa iniziativa andrà a sostenere gli studenti iscritti al Master of Computational Science dell’USI – spiega Olaf Schenk, professore di Scienza computazionale presso l’Institute of Computing dell’USI e direttore, con Wit, del Master in computational science dell’USI. – Grazie al progetto europeo EUMaster4HPC potremo offrire a questi studenti una copertura integrale di costi quali alloggio, tasse semestrali, trasporto, tirocini aziendali e così via. Inoltre, il finanziamento darà ai nostri studenti di Master la possibilità di accedere a una rete europea di università di prim’ordine attive nel campo dell’informatica e della scienza dei dati».
In aggiunta, è previsto anche un finanziamento per la Summer school organizzata dall’Università della Svizzera italiana con il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico, che quest’anno ha avuto oltre 120 partecipanti: principalmente studenti dell’USI, del Politecnico di Zurigo, della Friedrich-Alexander-Universität di Erlangen (Germania) e di altre università europee e svizzere.
«Il progetto EUMaster4HPC ci dà la possibilità di posizionare meglio la scuola estiva nel curriculum dei partecipanti, consentendo di guadagnare crediti e di avere accesso a lezioni aggiornate con i più recenti progressi nella tecnologia – spiega Michele De Lorenzi, vicedirettore del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico. – Il CSCS è impegnato nella formazione continua degli scienziati in modo che possano trarre vantaggio dalla nostra infrastruttura di ricerca computazionale (i supercalcolatori presenti a Lugano, fra i più potenti del mondo, ndr)».
Aggiunge Ernst-Jan Camiel Wit: «Appartenere al consorzio è un ottimo riconoscimento per l’USI che, insieme all’ETH, è l’unica università svizzera a farne parte. Inoltre, è strategicamente importante per la Svizzera, e in particolare per il Ticino, partecipare alla rivoluzione del supercalcolo. Questo settore è in forte espansione e ha la possibilità di attirare altre attività economiche nella nostra regione».
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(Nella foto in alto, di Loreta Daulte, uno dei super-computer del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico, a Lugano)