Innovation Park Ticino,
nuovo laboratorio hi-tech
nel Centro droni di Lodrino
Il Parco dell’Innovazione prenderà il via in modo ufficiale il 10 novembre, quando la Switzerland Innovation Foundation di Berna darà l’ok definitivo, dopo un lungo iter. Oltre ai droni, Life Sciences e Life Styledi Paolo Rossi Castelli
Dal prossimo autunno lo Swiss Drone Competence Center (Centro di competenza svizzero sui droni) avrà un nuovo, avanzato laboratorio tecnico-scientifico a Lodrino, in cui sarà possibile sperimentare le più innovative tecnologie relative ai droni, ma anche ai radar e ad altre attrezzature collegate, con una serie di banchi-prova di ultima generazione. Il tutto, in stretta collaborazione con l’USI, la SUPSI e l’IDSIA (Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale). Ma la collaborazione sarà molto intensa anche con gli altri centri che oltre Gottardo si occupano di droni, a partire da quello del Politecnico di Zurigo. Non bisogna dimenticare che, nell’ambito dei droni, la Svizzera svolge un ruolo di primo piano: è il nono mercato per importanza a livello mondiale, e il quarto a livello europeo.
«La ricerca sui droni - spiega a Ticino Scienza Niklaus Stocker, managing director dello Swiss Drone Competence Center - si muove soprattutto lungo sette filoni (con un ampio uso di sistemi di intelligenza artificiale): ricerca e soccorso; impiego dei droni in caso di catastrofe; difesa contro altri droni; sistemi di rilevamento in 3D e di fotogrammetria (ad esempio per verificare l’avanzamento dei lavori nei cantieri); sicurezza e sorveglianza; trasporto di merci in zone remote; ispezioni a infrastrutture strategiche. Ma sono numerose anche le altre possibili applicazioni».
Foto di Alfio Tommasini Guarda la gallery (7 foto)
Il nuovo laboratorio di Lodrino sarà a disposizione delle aziende e delle istituzioni (per ora 14 complessivamente) che hanno già deciso di aderire al Centro di Competenza. Ma questo numero è destinato a crescere. «Siamo un’associazione che vuole mettere in comune competenze e risorse - continua Stocker - facendo collaborare su singoli progetti il mondo pubblico e quello privato: un “modello” innovativo, anche se non facile da realizzare. I primi risultati, in ogni caso, sono molto buoni».
Il Centro è l’unico in Svizzera, almeno per il momento, a poter disporre di un aeroporto “vero”, completamente attrezzato. «Normalmente nel nostro Paese è vietato volare con i droni negli aeroporti - precisa Stocker. - E anche a livello europeo sono pochissimi gli aerodromi (per usare il termine tecnico) abilitati». La pista di Lodrino, nata per scopi militari, si estende fra lunghe stradine di campagna in un vasto tratto pianeggiante, circondato dalle montagne. Vari edifici costeggiano il nastro di asfalto, che ha una larghezza “pensata”, molti anni fa, per far atterrare anche affiancati i jet dell’Esercito: procedura di routine, fino all’inizio del 2023, quando poi l’aeroporto è stato convertito all’uso civile. Una palazzina spicca, in particolare: è la torre di controllo, con la sala operativa circondata da vetri, e tetto, azzurrati. Negli altri edifici, oltre a quello dei Vigili del fuoco, si trovano gli uffici di alcune delle aziende che aderiscono al Centro di Competenza. Poi, compare la palazzina della Ruag. Ma, oltre quel limite, non si può procedere, per questioni di riservatezza militare.
L’aeroporto, sia pure in versione ridotta, ha uno staff organizzativo simile a quello di strutture molto più grandi: quindi c’è un’équipe che si occupa del via libera al movimento degli aeromobili (i droni, naturalmente, ma anche aerei ed elicotteri che utilizzano l’impianto), e sono attivi i responsabili della manutenzione e della sicurezza, nonché gli impiegati amministrativi. Una piccola comunità che conduce una vita a sé, in questo mondo nel mondo...
Lo Swiss Drone Competence Center fa parte dello Switzerland Innovation Park Ticino, una rete che collega università, centri di ricerca, istituzioni scientifiche per promuovere la ricerca applicata, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione in vari settori. A livello nazionale esistono già cinque Innovation Park (a Zurigo, Basilea, Villigen, Bienne, Losanna), sotto il coordinamento federale della Switzerland Innovation Foundation, con sede a Berna. “Vogliamo facilitare le collaborazioni tra aziende, startup e università - si legge nel sito della Fondazione - per trovare soluzioni ad alcune delle sfide più urgenti al mondo. Insieme ai suoi partner, Switzerland Innovation forma un ecosistema che accelera la trasformazione dei risultati della ricerca in prodotti e servizi commercializzabili”.
Il Ticino sta lavorando da tempo per far parte di questa rete, e il Comitato della Switzerland Innovation Foundation, nonché la SEFRI (Segreteria di Stato per la Formazione, la Ricerca e l’Innovazione), hanno già dato il via libera lo scorso giugno alla sua adesione. Il 10 novembre è prevista l’assemblea della Fondazione stessa che ratificherà quanto proposto dal Comitato. Successivamente verrà costitutita la nuova azienda (una SA) chiamata a gestire l’Innovation Park Ticino, che sarà affiliato a quello di Zurigo e dovrà seguire una serie di linee-guida comuni. I soci della SA rappresenteranno le istituzioni e le università, ma anche il mondo imprenditoriale.
Nel frattempo, comunque, è stato eseguito molto lavoro nei mesi scorsi dalla Fondazione Agire, incaricata di guidare questa fase iniziale. «Sono stati creati tre Centri di competenza - dice Gianmaria Frapolli, amministratore delegato di Switzerland Innovation Park Ticino: - quello sui droni, appunto, e quelli sulle Scienze della vita e sul Life Style. Perché proprio questi? Perché le aziende del Life Style, e in particolare della moda, sono numerose e importanti in Ticino, con forti competenze, e hanno un collegamento ben sviluppato con le strutture universitarie. Anche il comparto delle Scienze della vita (medicina, biologia, medtech, ricerca sui farmaci) è fortemente sviluppato, e in continua crescita, con istituti di livello internazionale come l’IRB e lo IOR di Bellinzona, e con un folto gruppo di aziende biotech. Infine i droni: le aziende del settore - continua Frapolli - sono meno numerose, rispetto a quelle delle Life Sciences, ma il nostro Centro di competenza ha comunque il vantaggio di poter utilizzare l’aeroporto di Lodrino: un “valore aggiunto” di notevolissima importanza. In ogni caso, questa è la nostra base di partenza, e non è detto che non possano nascere altri Centri, o che quelli attuali possano riorganizzarsi, concentrarsi... L’Innovation Park è molto aperto. Bisogna cercare la massa critica giusta».
La “missione” è quella di portare in Ticino aziende innovative, provenienti dal resto della Svizzera e dall’estero, che vogliano sviluppare la ricerca e il business collegato. «Lo Switzerland Innovation Park potrà offrire - spiega Frapolli - un’ampia serie di strutture e attrezzature tecnologiche d’avanguardia, già presenti nel cantone, e una fittissima rete di contatti con ricercatori e tecnici che si muovono sia nel mondo accademico (USI, SUPSI, IDSIA), che in quello delle aziende private. È forse la prima volta che si cerca di far interagire in modo così “forte” il pubblico e il privato nel settore dell’innovazione, e ci impegneremo in ogni modo per il successo di questa formula. Anche per quanto riguarda i finanziamenti, d’altronde - continua Frapolli - dovrà esserci questo mix. Il Cantone metterà a disposizione dieci milioni di franchi in quattro anni, per sostenere lo sviluppo dei nuovi progetti, ma le aziende che riceveranno questo denaro dovranno investire una cifra equivalente, con i loro mezzi. È quello che in termine tecnico viene chiamato “matching fund”: l’ente pubblico, in questo caso, è il promotore del progetto e ha il compito di attivare il Parco, ma il vero funzionamento del Parco stesso dovrà essere poi sostenuto da capitali privati e non da fondi pubblici».