Strategie

EOC, l’innovazione non si ferma neppure in un anno di alti costi
e di bilanci difficili per gli ospedali

Lunedì 13 maggio 2024 circa 5 minuti di lettura
Una sala operatoria ibrida del Cardiocentro (foto di Chiara Micci / Garbani)
Una sala operatoria ibrida del Cardiocentro (foto di Chiara Micci / Garbani)

L’Ente Ospedaliero Cantonale ha presentato i conti del 2023: degenze e prestazioni ambulatoriali in crescita, nuove attrezzature e servizi, ma hanno pesato sui conti l’inflazione e l’aumento dei prezzi dell’energia
di Paolo Rossi Castelli

L’Ente Ospedaliero Cantonale punta sull’innovazione a ogni costo (in senso letterale), privilegiando le tecniche e le attrezzature più avanzate, con investimenti importanti, anche se le entrate non sono cresciute, nel 2023. «Ma la qualità delle cure passa moltissimo attraverso la Ricerca e l’acquisizione di “macchine” all’avanguardia - ha spiegato venerdì 24 maggio il direttore generale dell’Ente, Glauco Martinetti, durante un incontro con i media per presentare il bilancio - e noi desideriamo proseguire lungo questa strada, pur prestando la massima attenzione ai conti».
Quali sono queste innovazioni? «Per esempio, il robot chirurgico Da Vinci di ultima generazione (Xi) - ha detto Paolo Ferrari, capo dell’area medica dell’EOC - che è stato installato anche all’ospedale Regionale di Lugano (e si affianca a un altro robot Da Vinci, presente da diversi anni all’ospedale San Giovanni di Bellinzona, ndr). Ma abbiamo acquisito anche un braccio robotico particolarmente avanzato per la neurochirurgia, che entrerà in funzione entro breve, e, in un ambito molto diverso, ha preso il via un sistema automatizzato per le analisi dei batteri all’EOLAB (il laboratorio dell’EOC), che consente procedure più veloci e precise. Ancora, sono state affinate le tecniche di cardiochirurgia al Cardiocentro, con interventi mini-invasivi (tramite sottili cateteri) per ricostruire, o sostituire, le valvole cardiache anche a persone con patologie coronariche».
Il Servizio di Urologia dell’ospedale Regionale di Lugano ha poi ottenuto nell’estate 2023 il mandato intercantonale di prestazioni MAS (medicina altamente specializzata) per le cistectomie radicali e semplici (la cistectomia, lo ricordiamo, è la rimozione chrirurgica della vescica urinaria). Questo riconoscimento è stato reso possibile dalla presenza di personale con un alto grado di preparazione, e trae vantaggio dalle possibilità offerte dal nuovo robot chirurgico, che viene comunque utilizzato anche per la chirurgia epatobiliare e pancreatica, quella bariatrica (grandi obesi), quella colo-rettale e anche nel settore ginecologico. Ma non basta: «Il Centro Myosuisse Ticino del Neurocentro - aggiunge Paolo Ferrari - ha ottenuto il riconoscimento nell’ambito del piano nazionale sulle malattie rare come unico centro del Cantone per le malattie neuromuscolari. In particolare, Myosuisse Ticino è uno dei 7 centri accreditati a livello svizzero per offrire cure specialistiche alle persone colpite dalla SLA (la Sclerosi Laterali Amiotrofica)».
Infine (ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo) sono stati potenziati i trattamenti per le patologie dell’occhio ed è stato ampliato il servizio di pneumologia (patologie del polmone).
Ancora, è stato creato un gruppo di esperti dello IOSI (Istituto Oncologico della Svizzera italiana) per gestire al meglio, con la minore tossicità possibile, l’immunoterapia contro i tumori.

Insomma, il vecchio (e famigerato...) detto “Il medico migliore? È il treno per Zurigo” non ha più ragion d’essere - è stato ribadito più volte durante la conferenza stampa. - Lo certificano i dati ufficiali: «Siamo tra le regioni della Svizzera con la minore pendolarità dei pazienti - ha precisato Paolo Sanvido, presidente dell’EOC. - In altre parole, la maggior parte dei pazienti che vivono in Ticino si fa curare nel Cantone. Sicuramente, per quanto riguarda l’EOC, ha aiutato il fatto che i nostri ospedali siano adesso collegati all’Università».
In particolare, secondo l’Ufficio Federale di Statistica, solo il 5,6% dei residenti in Ticino si fa curare in ospedali fuori dal Cantone. È la percentuale più bassa in Svizzera, dopo Ginevra (4,6%) e Berna (5,4%). Nel Canton Zurigo, per fare un esempio, i residenti che si curano altrove sono il 10,5%. «È vero che “residenti ospedalizzati nel proprio Cantone” (questa è la terminologia dell’Ufficio Federale di Statistica) - ha spiegato Sanvido - non significa, qui in Ticino, che tutti siano stati curati delle strutture dell’EOC. Ma ci accontentiamo di un “quasi tutti” e volentieri condividiamo con le altre realtà ospedaliere i meriti di un successo che è di tutta la sanità ticinese e di tutto il Ticino».

Questi risultati, per quanto riguarda l’Ente Ospedaliero Cantonale, passano attraverso numeri importanti: un fatturato di 930 milioni di franchi, nel 2023, di cui 662 milioni ridistribuiti all’economia ticinese fra salari e investimenti. I collaboratori, escludendo il personale in formazione, sono 5’195, in crescita rispetto al 2022 (5’054), di cui 953 medici. I pazienti, hanno raggiunto quota 44mila, per quanto riguarda le degenze ospedaliere, con un trend ascendente. «Sono aumentate sensibilmente anche le prestazioni ambulatoriali - ha spiegato Glauco Martinetti: ben 637mila, con un +5,9 % rispetto al 2022. Tutto questo in un anno molto difficile per i conti, con un aggravio di 46,1 milioni per l’aumento dei costi legati all’inflazione (31,6 milioni per gli adeguamenti degli stipendi del personale e 14,5 per i costi generali: 5 solo per l’energia). Queste accresciute voci di spesa non sono state bilanciate dagli aumenti delle tariffe da parte delle casse malati». 

Il risultato dell’esercizio (EBIT) ha così registrato una perdita di 18,8 milioni (molto più bassa, in ogni caso, rispetto all’aumento dei costi), ma il bilancio 2023 è stato comunque chiuso con un attivo di 3 milioni di franchi, grazie all’impiego di una parte del fondo di accantonamento. Tutto questo all’interno di un panorama svizzero in cui diversi ospedali, invece, hanno dovuto cessare l’attività durante il 2023.

Il problema del sottofinanziamento di molte prestazioni sanitarie ospedaliere era già stato sottolineato, nel maggio 2023, da una conferenza stampa congiunta degli ospedali universitari svizzeri, con il rischio, si era detto, di non riuscire a mantenere a lungo cure mediche di alta qualità. «Per fare solo un esempio fra i tanti possibili - dice Paolo Ferrari - gli importi rimborsati agli ospedali dalle casse malati per le prestazioni chirurgiche sono uguali sia nel caso delle tecniche tradizionali, sia quando viene usato il robot, che ha costi di acquisto e ammortamento più alti. In questa situazione, i maggiori oneri ricadono sulle nostre spalle. Però abbiamo deciso di dotarci, comunque, di queste attrezzature avanzate, perché vogliamo garantire la migliore qualità possibile delle cure».