Nuovi progetti

Dopo 6 anni finalmente al via l’Innovation Park Ticino,
un "motore" per lo sviluppo

Giovedì 14 novembre 2024 circa 6 minuti di lettura
L’ex-sede dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina, a Bellinzona, ospiterà gli uffici della società incaricata di gestire lo Switzerland Innovation Park Ticino (foto di Chiara Micci / Garbani)
L’ex-sede dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina, a Bellinzona, ospiterà gli uffici della società incaricata di gestire lo Switzerland Innovation Park Ticino (foto di Chiara Micci / Garbani)

Costituita la società che dovrà gestire una struttura pensata per attirare aziende e finanziamenti, attraverso tre Centri di competenza. Forte collaborazione fra il mondo universitario e quello delle imprese
di Paolo Rossi Castelli

Dopo 6 anni di preparativi (ma i primi documenti sul tema risalgono addirittura al 2016, quindi a 8 anni fa), lo Switzerland Innovation Park Ticino è diventato realtà. L’11 novembre la Switzerland Innovation Foundation (di emanazione federale), che sovrintende all’intera rete dei Parchi dell’innovazione svizzeri, ha infatti dato il definitivo via libera per la sede ticinese, e due giorni dopo, il 13 novembre, è stata creata l’azienda (una SA) che dovrà gestire l’Innovation Park Ticino. Nella compagine azionaria sono entrati alcuni fra i più importanti protagonisti, pubblici e privati, della ricerca e dell’innovazione: il Cantone, l’Università della Svizzera italiana (USI), la SUPSI, l’Associazione Industrie Ticinesi (AITI), BancaStato, la Camera di commercio, dell’industria e dei servizi. Come primo atto, il consiglio di amministrazione ha nominato i vertici: Mauro Dell’Ambrogio è il presidente, e Gianmaria Frapolli il direttore.

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Non bisogna lasciarsi ingannare dal nome Parco, però: nell’ambito tecnologico significa fondamentalmente una rete di enti, aziende, strutture e laboratori che permettano di creare l’ambiente favorevole per attrarre investimenti e “richiamare” in Ticino imprese innovative, in grado di generare ricchezza e posti di lavoro. Per questo durante la conferenza stampa di presentazione, nel Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta ha parlato di un progetto strategico per lo sviluppo economico del Cantone, e la direttrice del DECS, Marina Carobbio Guscetti, ha sottolineato l’importanza della collaborazione fra il mondo universitario e quello delle imprese.

Il Parco, affiliato per ora a quello di Zurigo (ma in futuro, se tutto andrà bene, potrà vivere anche in modo autonomo), punterà su tre aree specifiche: le Scienze della vita (medicina, biologia, chimica, genetica), i droni e il Lifestyle Tech (cioè tecniche avanzate nei settori della moda, dei viaggi e dell’alimentazione), anche se sono forti, su quest’ultimo “filone”, le perplessità di USI e SUPSI. Per ognuna di queste tre aree è stato creato, dalla Fondazione Agire (che fino al 13 novembre ha gestito l’avvio del Parco, "consegnandolo" poi alla nuova SA), un cosiddetto Centro di competenza. Di cosa si tratta? «I Centri di competenza - spiega Luca Bolzani, presidente della Fondazione Agire - sono concepiti come piattaforme all’interno delle quali le aziende partecipanti potranno sviluppare i loro progetti di ricerca e sviluppo in un’ottica di open innovation, grazie anche al contributo pubblico fornito dal Parco, con l’obiettivo di stimolare gli investimenti e di creare dei veri e propri poli di attrattività anche per aziende estere».

Quando verrà realizzato il nuovo quartiere sull’area delle ex-Officine FFS a Bellinzona, il Parco trasferirà lì la sua sede, con strutture operative e laboratori. Per adesso, invece, la neonata Switzerland Innovation Park Ticino SA ha una sede provvisoria a Lugano, e nei prossimi mesi si sposterà in via Vela a Bellinzona, nel palazzo che ospitava l’Istituto di Ricerca in Biomedicina e che adesso si chiama Bellinzona Biomedical Hub. Sempre in quell’edificio avrà i suoi laboratori (accanto a quelli di altre aziende) anche il Centro di competenza sulle Scienze della vita, guidato dal professor Matteo Moretti (direttore di un laboratorio di ricerca dell’Ente Ospedaliero Cantonale e professore all’USI) e “mirato” sulla medicina rigenerativa e sullo studio degli organoidi (frammenti tridimensionali di fegato, cuore, cervello e altri organi, che in futuro potranno sostituire la sperimentazione sugli animali). Il Centro di competenza sui droni, invece, ha la sede nell’ex-aeroporto militare di Lodrino, l’unico in Svizzera a consentire il volo dei droni in un’area aeroportuale. Il Centro sul Lifestyle Tech, infine, è per ora nell’ex-edificio della BSI in via Peri a Lugano.

Ma come funzionerà concretamente lo Switzerland Innovation Park? «Siamo in una fase di passaggio e molte cose verranno sistemate strada facendo - ha spiegato Gianmaria Frapolli - ma possiamo già dire che un ruolo cruciale lo avranno i tre Centri di competenza tematici. Ognuno di loro preparerà un business plan, che discuterà con noi, e saranno sempre loro, i Centri, ad avere i contatti con le aziende che vorranno venire in Ticino».

Aggiunge Mauro Dell’Ambrogio: «Il modello dello dell’Innovation Park sarà diverso da quello classico delle collaborazioni (numerosissime) fra le aziende che lavorano nel cantone e strutture universitarie come la SUPSI . In quel caso, le aziende chiedono la consulenza (una consulenza ad alto livello) delle strutture accademiche, e Innosuisse (o il Fondo Nazionale Svizzero), se ritengono interessante il progetto, ne finanziano una parte. Il modello dell’Innovation Park sarà differente e non mirato su singoli progetti, ma sulle infrastrutture necessarie per realizzare i progetti stessi. La nostra missione è quella di creare un “cluster”, un ambiente fertile che diventi un vero e proprio polo di attrazione per gli imprenditori che decideranno di trasferirsi qui».

Insomma, aggiungiamo noi, l’ambizione è quella di creare un insieme di aziende, istituzioni e organizzazioni (le università, appunto, e i centri di ricerca, i fornitori di servizi) che condividano un settore di specializzazione o una filiera produttiva, nell’ambito dei Centri di competenza. L’obiettivo di un cluster è promuovere la collaborazione, lo scambio di conoscenze e la creazione di sinergie per incentivare l’innovazione e la competitività delle imprese partecipanti. E questo è proprio il presupposto su cui è nato anche in Ticino un parco dell’innovazione.

In Svizzera esistono diversi cluster: fra i più importanti, quelli nati intorno ai due Politecnici. La realtà ticinese è diversa, naturalmente, ma le potenzialità ci sono tutte. «Ognuno dei 6 Parchi dell’Innovazione presenti in Svizzera (con 9 Parchi “satelliti”, tra cui li nostro) - dice Luca Bolzani - ha una sua fisionomia che interpreta la realtà del territorio da cui nasce. In Ticino non abbiamo Politecnici federali e non abbiamo multinazionali dai fatturati miliardari. Abbiamo, però, una rete di 35’000 piccole e medie imprese che dà lavoro a circa 160’000 persone e genera un fatturato annuo di circa 8 miliardi di franchi, con diversi casi di eccellenza. Abbiamo inoltre la fortuna di essere in una posizione geografica privilegiata, sull’asse nord-sud tra due regioni di grande forza economica: la Svizzera tedesca e la Lombardia».

La nuova SA, per il momento, avrà una struttura leggerissima (3 collaboratori dipendenti), e potrà contare su una dotazione cantonale di 10 milioni, per i prossimi quattro anni. Non è molto, ma neppure poco... Questi fondi non verranno elargiti a fondo perduto, ma serviranno per avviare progetti in cui le aziende dovranno investire anche denaro proprio, per almeno il 50% del totale.