L’Opinione

La curiosità è l’arma
più forte per combattere
contro le fake news

Sara Rubinelli
Lunedì 12 giugno 2023 circa 5 minuti di lettura In deutscher Sprache

di Sara Rubinelli
Docente di comunicazione sanitaria all’Università di Lucerna

In un’epoca caratterizzata da un’interconnessione globale e digitale senza precedenti, ci troviamo a navigare in una tempesta subdola ma incessante: la disinformazione. Questo termine, che sembra quasi troppo leggero per la sua effettiva portata, rappresenta un fenomeno complesso e pervasivo. La disinformazione rappresenta un vasto oceano di informazioni false, ingannevoli, o semplicemente fuorvianti, che possono essere create e diffuse sia intenzionalmente che involontariamente. Con un’evidenza allarmante, la disinformazione si insinua nelle nostre vite attraverso la sincera convinzione di coloro che la diffondono, individui che propagano informazioni erronee fidando nella loro veridicità, basandosi su ciò che hanno letto, visto o ascoltato.

La salute, un ambito tanto cruciale quanto delicato della nostra esistenza, è particolarmente suscettibile a questi attacchi di disinformazione. Durante la pandemia di COVID-19, l’intera popolazione del pianeta ha sperimentato la potenza distruttiva della disinformazione: generazione di panico, fomentazione della sfiducia nelle istituzioni e manipolazione dei comportamenti di massa a rischio per la salute pubblica. Quando un individuo segue consigli inerenti la salute errati a causa di informazioni false, le conseguenze possono essere gravi e addirittura mortali. Le teorie del complotto e le notizie false hanno una rilevanza che va oltre il discorso retorico, poiché possono avere un impatto diretto e tangibile sulla vita reale delle persone.

Affrontare la disinformazione è una sfida impegnativa, forse una delle più ardue del nostro tempo. Il nostro processo di pensiero è disseminato di insidie, trappole cognitive che distorcono il nostro giudizio e alterano la nostra percezione della realtà. Ci piace credere di essere pensatori precisi e obiettivi, ma in realtà abbiamo la tendenza a sopravvalutare le nostre convinzioni e a cercare conferme di ciò che già riteniamo vero. Questo è conosciuto come "bias di conferma", una tendenza psicologica che ci porta a cercare, interpretare e favorire le informazioni che confermano le nostre preesistenti convinzioni o ipotesi.

Un altro bias comune è il "bias dell’autorità", una tendenza a dare maggior peso alle opinioni di coloro che percepiamo come esperti o autorevoli. Durante la pandemia, questo bias ha assunto una rilevanza particolare: molte persone si sono affidate a opinioni e consigli di figure note o influenti, indipendentemente dalla loro effettiva competenza in materia medica o scientifica.

La salute e il benessere richiedono un impegno profondo e costante, un viaggio complesso di autodisciplina, consapevolezza e cambiamenti nello stile di vita. Smettere di fumare, seguire una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolare: tutti questi passaggi si basano su impegno e dedizione. In un mondo frenetico e affamato di soluzioni immediate, siamo facilmente sedotti da coloro che promettono soluzioni semplici e rapide. Durante la pandemia di COVID-19, per esempio, molti cercavano giustificazioni per evitare l’uso delle maschere, indipendentemente dalla veridicità o dalla rilevanza di tali argomentazioni.

Un altro aspetto inquietante della disinformazione è la sua abilità di creare un’illusione di ribellione contro le cosiddette "narrative dominanti". Le false notizie possono apparire come una verità nascosta, riservata a una minoranza illuminata che si oppone al pensiero dominante, accusato di appiattire le idee e nascondere la realtà. Questo è un pericolo non trascurabile, in quanto erode la fiducia nelle istituzioni e alimenta la polarizzazione e il conflitto.

Per navigare con sicurezza nel mare delle informazioni sulla salute, è fondamentale essere armati di una solida comprensione del metodo scientifico, capire come funzionano le istituzioni sanitarie e da dove provengono le linee guida per la salute pubblica. La ricerca scientifica è un’indagine rigorosa e sistematica che mira a scoprire nuovi fatti o principi, o a esaminare una teoria esistente. Le scoperte e le raccomandazioni che ne derivano sono il prodotto di un’analisi meticolosa e di un processo di revisione da parte di esperti nel campo.

Le istituzioni sanitarie non sono entità autoritarie che impongono cosa dobbiamo pensare o fare. Sono piuttosto fonti di informazioni basate su studi e ricerche scientifiche, strumenti indispensabili per guidare le nostre decisioni in materia di salute. Il loro obiettivo primario è proteggere e migliorare la salute pubblica, fornendo linee guida e consigli basati su prove scientifiche.

In sintesi, ogni volta che apriamo il nostro smartphone, clicchiamo su un link o condividiamo una notizia, stiamo prendendo una decisione. Una decisione che può avere ripercussioni non solo sulla nostra vita, ma anche su quella degli altri. Così, la lotta alla disinformazione inizia con noi: con la nostra curiosità, con la nostra volontà di mettere in discussione e di non accontentarci delle semplificazioni. Ricordiamo che ogni informazione che riceviamo passa attraverso il filtro delle nostre cognizioni, dei nostri pregiudizi, delle nostre esperienze. La chiave per una navigazione sicura nel mare della disinformazione è il continuo interrogarsi, il costante mettere in discussione, l’infaticabile ricerca della verità oltre l’apparenza.