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L’eredità di Angelo Dalle Molle: «L’intelligenza artificiale ha senso solo se aiuta davvero le persone»

Domenica 15 dicembre 2024 circa 7 minuti di lettura
Angelo Dalle Molle (a sinistra) con Ludwig Erhard, cancelliere federale della Germania Ovest negli anni ’60 (© Fondazione Dalle Molle per la Qualità della Vita)
Angelo Dalle Molle (a sinistra) con Ludwig Erhard, cancelliere federale della Germania Ovest negli anni ’60 (© Fondazione Dalle Molle per la Qualità della Vita)

Numerose le iniziative della "Fondazione per la qualità della vita", creata dall’imprenditore italiano nel 1971 a Lugano, insieme all’IDSIA.  Consegnato il premio "Label". Nel 2025 un progetto per certificare l’AI
di Federico Lucchesi

Siamo a metà degli anni ’70. Angelo Dalle Molle ha un’idea visionaria: creare veicoli elettrici per ridurre l’impatto ambientale delle automobili. Fonda l’azienda Progetti Gestioni Ecologiche (PGE) e, nei giardini di Villa Pisani di Stra (Venezia), detta “La Barbariga”, sviluppa un sistema di car sharing da realizzare nelle principali città italiane. L’idea, orientata a migliorare la salute dell’uomo, serve anche a creare lavoro per i lavoratori stagionali. Le auto sarebbero state assemblabili tramite un kit di montaggio. Gli agricoltori avrebbero creato piccole officine all’interno delle proprie cascine, senza l’ausilio di fabbriche. L’idea è all’avanguardia. Ma mancano i fondi, manca il supporto politico, manca la visione da parte delle grandi aziende. Ed è forse per questo che Angelo deciderà di spostarsi in Svizzera. 

Le auto elettriche sono un esempio tra tanti, ma una cosa è certa: Angelo Dalle Molle aveva il dono di saper anticipare i tempi. Insieme ai fratelli Amedeo e Mario aveva creato un’azienda impegnata con successo su vari fronti (il prodotto più noto era l’aperitivo Cynar, lanciato nel 1952). Alla fine degli anni ’60 aveva poi deciso di dedicarsi, con una lungimiranza da pioniere, allo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI), creando nel 1971 a Lugano la "Fondazione Dalle Molle per la Qualità della Vita” (dove è tuttora, in via Ginevra 5) e, nel 1988, l’IDSIA (Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale), attualmente ospitato nel Campus Est USI-SUPSI di Viganello. «Angelo Dalle Molle fu un precursore - esordisce con fervore l’attuale presidente della fondazione, Jean-Pierre Rausis, che a metà novembre è venuto in Ticino per partecipare alla cerimonia di premiazione del quattrodicesimo Concorso Dalle Molle Label. - Ben prima di molti altri proponeva vere e proprie rivoluzioni economiche, scientifiche, tecnologiche e culturali, che continuano a segnare profondamente gli anni in cui viviamo».

Il premio è nato proprio per dare seguito a uno dei principi cardine di Dalle Molle: finanziare le idee meritevoli. A istituirlo, oltre un decennio fa, fu Hervé Bourlard, membro della Fondazione ed ex presidente dell’IDIAP, uno dei quattro istituti svizzeri che hanno tratto origine dalla Fondazione stessa (l’IDIAP, con sede a Martigny, nel Canton Vallese, lavora a stretto contatto con il Politecnico federale di Losanna e si occupa di AI percettiva e della gestione delle informazioni multimediali). Gli altri tre istituti nati dalla Fondazione sono MEDIPLANT, che si occupa di ricerca sulle piante medicinali, a Conthey, sempre nel Vallese; l’ISSCO, integrato nella scuola di traduzione e d’interpretazione dell’Università di Ginevra, dedicato agli studi semantici e cognitivi; e poi, come menzionato, l’IDSIA USI-SUPSI, che in breve tempo è diventato uno dei centri di riferimento europei per l’intelligenza artificiale.

«Gli istituti furono un’idea di Angelo – spiega Bourlard a Ticino Scienza, dal suo ufficio di Martigny. – Attraverso i suoi contatti politici, capiva quali fossero le esigenze delle persone. Poi dava la spinta iniziale: fondava un istituto di ricerca e lo finanziava per i primi anni». Alla scomparsa di Dalle Molle, nel 2001, i membri della Fondazione avrebbero voluto continuare a creare istituti, ma mancavano fondi sufficienti. «Volevamo comunque fare qualcosa - continua Bourlard. - Così, ebbi l’idea di bandire piccoli premi che finanziassero iniziative coerenti con la visione di Angelo. Il premio serve a mantenere viva la sua memoria, a sottolineare il suo contributo pioneristico alla Svizzera e all’intelligenza artificiale».

Per essere premiati, i progetti devono possedere una finalità sociale ed essere funzionali al miglioramento della qualità della vita. Un’eco delle parole forse più ripetute da Dalle Molle ad amici e parenti: «Non vedo nulla di più meraviglioso dell’uomo». Secondo Alessandro Facchini, docente alla SUPSI, «la ricerca e lo sviluppo dell’AI dovrebbe sempre seguire un approccio umano centrico che dia importanza al design partecipativo delle tecnologie». Il monito di Facchini ci ricorda che spesso l’intelligenza artificiale è connessa ad applicazioni che la persona comune non è in grado di capire, perdendo così di senso. «Dobbiamo concentrarci - continua - sui bisogni e i desideri delle persone, sul modo in cui l’AI possa inserirsi nelle pratiche d’uso quotidiano». Com’è possibile farlo? «Educando - risponde Facchini - i futuri informatici e ingegneri ad aspetti più umanistici. E consentendo agli utenti che usano l’AI di ricevere un’educazione digitale». 

Il quattordicesimo Premio Label ha risposto a questa attenzione umana e sociale. Il primo premio è andato al gruppo di ricerca Trustworthy Artificial Intelligence for Autonomous Wheelchairs dell’IDSIA USI-SUPSI guidato dal professor Francesco Flammini (SUPSI), che si occupa prevalentemente di sicurezza e cybersicurezza industriale. L’obiettivo del progetto? Sviluppare una sedia a rotelle che, grazie all’AI e all’assistenza di droni, riesca a riconoscere in tempo reale e in modo autonomo eventuali ostacoli presenti sul suo percorso. Premiato anche il progetto Nano Aid dell’associazione Antenna Technology di Ginevra: una tecnologia miniaturizzata che, a costi contenuti, sfrutta sale ed energia solare per purificare l’acqua, rimuovendone gli agenti patogeni e rendendola potabile. Essenziale per aiutare gli oltre 2,2 miliardi di persone che oggi non hanno accesso all’acqua. O ancora il progetto dell’associazione Patouch Fingerwägg, con sede a Sion, che ha ricevuto il riconoscimento per lo sviluppo di un gioco educativo digitale mirato a sensibilizzare e promuovere l’apprendimento su temi quali gestione della paura e lotta contro la violenza.

Tuttavia, il premio Label è solo una piccola parte dell’attività della Fondazione Dalle Molle. «Continuiamo a spingere affinché tutti gli istituti rimangano fedeli alla sua visione. È qualcosa che gli dobbiamo» - commenta Hervé Bourlard. Ma non si tratta solo di restituire qualcosa. La visione di Dalle Molle è ancora talmente attuale che seguirla è una scelta moderna. «Mettere l’uomo al centro è oggi un modo per distinguersi dal clamore mediatico che circonda l’intelligenza artificiale». Secondo Bourlard, la rapida evoluzione dell’AI sta prendendo una piega sbagliata e pericolosa, proprio perché mancano figure come Dalle Molle. «Quando partecipo a conferenze sull’AI in tutto il mondo - dice - sento raramente parlare di bisogni umani e qualità della vita. Anche noi dobbiamo stare attenti a non smarrire questa direzione».

Proprio a questo scopo, Hervé Bourlard sta lavorando a un nuovo progetto che coinvolgerà tutti gli istituti della Fondazione Dalle Molle legati all’AI. «Vogliamo creare - spiega - un sistema di certificazioni per i sistemi di AI. La Svizzera è sempre stata molto forte nelle certificazioni, e sono convinto che possiamo ritagliarci un ruolo di primo piano anche in questo settore. Oggi nascono nuove applicazioni di AI ogni giorno, ma nessuna è certificata. Tutti parlano di etica, privacy e regole, ma chi si preoccupa di verificare quale sia il reale contributo alla qualità della vita? Intendiamo farlo noi, con un sistema a tre livelli: primo, la conformità ai regolamenti; secondo, la valutazione dell’impatto sulla qualità della vita; terzo, la verifica che il sistema AI faccia realmente ciò per cui è stato progettato, senza danneggiare le persone». Il progetto, che prevede la collaborazione con ricercatori, aziende ed esperti legali, è finanziato da Innosuisse e avrà ufficialmente il via a inizio 2025. «Sarà una nuova, importante occasione - conclude Bourlard - per riaffermare ed esportare nuovamente la visione di Angelo Dalle Molle, le cui idee pionieristiche sembrano, fortunatamente, ancora destinate a scrivere il futuro dell’intelligenza artificiale».