L’arte? Deve uscire dai musei ed entrare anche negli ospedali
Al via il progetto Cultura e Salute, sottoscritto dalla Città di Lugano e dalla Fondazione IBSA. Tre gli ambiti di azione: iniziative nei luoghi di cura, forum scientifici di alto livello e un nuovo sito internetdi Paolo Rossi Castelli
La cultura fa bene alla salute: non è uno slogan, ma quello che risulta da un gran numero di studi scientifici realizzati a livello internazionale (anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha setacciato ben 900 ricerche su questo tema). Il contatto con la bellezza, la musica, l’arte aiuta le persone a stare meglio psicologicamente, ma anche dal punto di vista fisico (con parametri ben misurabili). Eppure, nonostante tutte queste evidenze, l’effetto terapeutico della cultura, se vogliamo chiamarlo così, non è ancora ben “implementato” nelle pratiche quotidiane.
Proprio per affrontare e rilanciare questi temi la Città di Lugano e la Fondazione IBSA hanno deciso di dare vita a un progetto triennale denominato “Cultura e Salute”, che martedì 10 marzo è stato presentato durante una conferenza stampa a Villa Ciani. «La nostra ambizione è che Lugano diventi, nel tempo, un centro di competenza svizzero ed europeo in questo settore - ha detto Luigi Di Corato, direttore della Divisione cultura della Città. - Vogliamo far uscire l’arte e la cultura dagli spazi classici (quelli destinati solo agli appassionati o agli addetti ai lavori), per trasferirle nella vita di tutti i giorni e nei luoghi in cui ci si prende cura della salute e del benessere delle persone: penso agli ospedali, o alle case di riposo per gli anziani, ad esempio. Dopo vent’anni di studi è ormai chiaro che il “consumo di cultura” fa aumentare in modo consistente il benessere delle persone e le aspettative di vita. Noi vogliamo inserire tutto questo, in modo strutturato, nella programmazione culturale».
Il nuovo progetto si svilupperà lungo tre direzioni: l’organizzazione di forum annuali sul rapporto cultura-salute; un sito web (culturaesalute.ch) su questi temi, anche in tedesco e in francese; e poi i progetti, appunto, per portare le attività culturali a vantaggio delle persone in difficoltà. Il primo forum (“Cultura e salute, alleanza per un futuro sostenibile”) verrà organizzato al LAC di Lugano il 2 e 3 ottobre, e vedrà come protagonista la professoressa Daisy Fancourt dello University College di Londra, autrice proprio di quell’ampio rapporto dell’OMS che citavamo all’inizio. Ma al convegno parteciperanno anche diversi altri esperti internazionali. Molti i temi all’ordine del giorno: anche quelli relativi al modo più efficace per migliorare le condizioni di medici, infermieri e pazienti (soprattutto, dei bambini), grazie all’arte.
Per quanto riguarda, invece, i progetti da portare “dentro” la città, è stato finanziato un fondo ad hoc, che per ora dispone di 50’000 franchi. «Questa è solo la cifra iniziale - ha spiegato Di Corato - ma speriamo che altri enti, aziende o benefattori privati contribuiscano, per far salire rapidamente quell’importo. Vorremmo realizzare, insieme a loro, una decina di progetti l’anno, che verranno vagliati da un’apposita commissione. Ogni iniziativa avrà un partner che arriva dal mondo della salute e un partner artistico. Alla fine, verificheremo i risultati».
Il progetto Cultura e Salute potrà contare anche su un Comitato scientifico di alto prestigio, e sulla collaborazione dell’Università della Svizzera Italiana. «L’evidenza scientifica che le arti concorrono al benessere delle persone e dei pazienti è alla base di gran parte delle nostre attività - ha detto Silvia Misiti, direttrice della Fondazione IBSA. - Il progetto Cultura e Salute ci darà l’occasione di diffondere le ricerche scientifiche di maggiore impatto su questi temi. È, questo, un ulteriore, importante tassello, che ci riempie d’orgoglio: l’accordo che ci vede al fianco della Città di Lugano si aggiunge a quello già esistente con il MASI, di cui siamo partner scientifici dal 2018, con l’USI e con L’ideatorio».
Le iniziative che verranno organizzate nei prossimi tre anni non vogliono sostituirsi in nessun modo all’attività delle strutture sanitarie, ma potranno affiancarsi, in modo virtuoso, tramite progetti specifici: per esempio, Parkinson e danza; Alzheimer e arti visive. Sono esperienze ed emozioni che portano, spesso, a reazioni inaspettate. Già il LAC, da tempo, si muove in questo settore grazie all’iniziativa “Scintille”, destinata alle persone anziane con decadimento cognitivo.
«Sembra quasi un paradosso presentare proprio in giorni di grande emergenza sanitaria, come quelli che stiamo vivendo per il coronavirus, un progetto intitolato Cultura e Salute - aggiunge Roberto Badaracco, capodicastero Cultura della Città di Lugano. - Ma questa nostra iniziativa, in realtà, non fa che ribadire l’importanza della salute nella nostra società, e va anche oltre: perché siamo convinti che le arti possano essere non solo un prezioso elemento per aumentare la qualità della vita, ma anche un importante fattore di sviluppo sia sociale che economico per la nostra comunità».