I sistemi di intelligenza
artificiale? Devono essere
precisi, ma anche "umili"

Esperti a confronto sulle diverse "anime" delle tecnologie più innovative (e invadenti), nell’ambito delle Swiss{AI}weeks, che si sono concluse il 5 ottobre. Oltre 200 eventi (8 in Ticino, con IDSIA e EOC in prima linea)di Simone Pengue
Dopo una serie fittissima di iniziative (più di 200), distribuite in tutta la Svizzera, si sono concluse il 5 ottobre le Swiss{AI}weeks, sul tema scientifico più chiacchierato del momento: l’intelligenza artificiale (nella sigla inglese AI, appunto). Numerosi e variegati gli organizzatori: da associazioni locali - sotto il coordinamento di diversi enti pubblici e privati, quali i centri AI dei Politecnici federali di Zurigo e Losanna - a Swisscom, Impact Hub Switzerland, Kickstart Innovation, Panter, e Wildcard Media.
Il Ticino, naturalmente, non è rimasto a guardare. Nel nostro cantone si sono tenuti 8 eventi, a cominciare da un affollato convegno sui rapporti fra intelligenza artificiale e medicina, organizzato a Lugano dall’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) in collaborazione con l’Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale (IDSIA USI-SUPSI). Al via anche una mostra sui robot, nella sede dell’Ideatorio, a Cadro, che proseguirà fino a giugno 2026.
Ma gli eventi organizzati in Ticino hanno affrontato anche l’impatto dell’AI su imprese, istituzioni e società (SUPSI il 22 settembre), o gli intrecci fra l’intelligenza artificiale e il mondo della finanza (IDSIA in collaborazione con l’Associazione Bancaria Ticinese, 25 settembre) o, ancora, i rapporti fra AI e arti audiovisive (evento USI e Locarno Film Festival, 3 ottobre).
L’intelligenza artificiale è ovunque, ma non appare sempre facile l’”implementazione” concreta. Nel suo discorso d’apertura, il direttore dell’IDSIA Andrea Rizzoli ha sottolineato alcuni punti critici: «Questi strumenti - ha spiegato - devono commettere pochi errori, essere precisi ma anche umili, cioè ammettere di non sapere (tecnicamente si dice “robusti”). Devono garantire equità, evitare bias (preconcetti errati, ad esempio basati sul genere di una persona, ndr) e, naturalmente, rispettare privacy, sicurezza e trasparenza».
Molti progetti sono ormai entrati nella pratica quotidiana. Ad esempio, in ambito sanitario, i ricercatori stanno sviluppando un metodo per la previsione del pre-diabete attraverso algoritmi di intelligenza artificiale. Lo strumento consente di elaborare piani di stile di vita, allenamento e nutrizioni personalizzati per la prevenzione. Oppure, una collaborazione tra EOC e IDSIA sta portando a un algoritmo in grado di calcolare le probabilità, tra i malati in cure intensive, di sviluppare la polmonite associata alla ventilazione (VAP), una patologia che colpisce in modo talvolta molto grave chi è intubato con un respiratore.
Sempre in ambito medico, un’altra importante applicazione diretta dell’AI è quella rivolta al Pap-test, un esame di screening utilizzato per diagnosticare precocemente i tumori del collo dell’utero. In Ticino vengono eseguiti circa 35’000 Pap-test all’anno e di questi il 7% risulta positivo. Attualmente, i campioni prelevati dalle pazienti vengono analizzati uno per uno da operatori qualificati, che devono osservarne anche 40-50 al giorno. La grande mole di lavoro, però, implica che potrebbero allungarsi i tempi per avere i risultati e, a monte, anche per prenotare i test. Allo scopo di analizzare i campioni più velocemente, l’EOC sta sperimentando uno strumento di AI capace di esaminare rapidamente oltre duecento diverse caratteristiche delle cellule, per classificare il campione come tumorale o meno. In Europa questo software è disponibile già dal 2019, e finora è stato applicato per oltre 800’000 esami. Al momento è in fase di validazione all’EOC, dove i campioni vengono analizzati sia dall’intelligenza artificiale che dagli operatori.
Ma i sistemi di AI possono aiutare a velocizzare anche le procedure burocratiche e amministrative. Un rapporto dell’Associazione svizzera dei medici FMH ha messo in evidenza come, nel 2024, i medici hanno trascorso in media due ore al giorno per scrivere i numerosi rapporti che accompagnano un paziente. L’EOC sta mettendo a punto un sistema che consente di produrre documenti sanitari - ad esempio le lettere di dimissioni - automaticamente (questo metodo è già in fase di test in un reparto dell’ospedale).
GLI SVILUPPI POSSIBILI - «Avremo un’integrazione abbastanza importante dei supporti di intelligenza artificiale alla decisione clinica - dice Alessandro Ceschi, capo dell’Area Formazione medica e Ricerca dell’EOC - con una componente di AI per aiutare i medici a gestire la complessità sempre crescente dei casi, consentendo di organizzare al meglio la moltitudine di dati che abbiamo a disposizione, per prendere decisioni cliniche in tempo rapido ed efficace per i pazienti». Il settore più interessato sarà probabilmente la diagnostica, ad esempio nell’analisi delle immagini delle biopsie esaminate al microscopio, «ma chiaramente - continua Ceschi - la responsabilità finale della diagnosi sarà sempre ancora del clinico, quindi con un uso controllato di questa tecnologia».
Eppure c’è chi teme, sia tra i professionisti che tra i pazienti, che le macchine possano un giorno sostituire i medici. Un tema delicato, soprattutto alla luce dei sempre crescenti costi della sanità e della carenza di medici, che la Svizzera dovrà affrontare nei prossimi anni. «Penso che non arriveremo mai - conclude Ceschi - a sostituire un medico o un infermiere con un sistema di intelligenza artificiale. Il contatto umano e l’interazione tra esseri umani sono un valore aggiunto importantissimo».