Dall’USI solidarietà alle università statunitensi e un appello
alla libertà dell’insegnamento

Toni preoccupati da parte di Luisa Lambertini e Marina Carobbio Guscetti per quanto sta accadendo negli USA. Molti i progetti per l’ateneo ticinese, nonostante i possibili tagli ai finanziamenti federalidi Simone Pengue
Quest’anno l’Università della Svizzera italiana (USI) ha scelto una suggestiva scenografia firmata dalla Compagnia teatrale Finzi Pasca per il Dies Academicus, il giorno in cui i vertici dell’ateneo illustrano, con una cerimonia solenne, i risultati raggiunti e le prospettive (questa, organizzata il 10 maggio, era la 29esima edizione). La celebrata Compagnia (che è residente al LAC) ha installato “grappoli” di lampadine dalla luce calda e tenue lungo il palco dell’Aula Magna del Campus Ovest, in via Buffi a Lugano, per illuminare i relatori, le autorità e gli ospiti. Una scenografia benaugurante per un’Università giovane, che l’anno prossimo festeggerà i primi trent’anni di attività in ottima salute.
«L’Università della Svizzera italiana conferma il suo impegno per una crescita responsabile, sostenibile e aperta al territorio - ha esordito la rettrice Luisa Lambertini. - L’USI sta vivendo una fase di sviluppo con l’avvio di nuovi percorsi formativi, tra cui i Bachelor in Data Science e in Scienze economiche (in lingua inglese), e con la recente nascita dell’Istituto di medicina di famiglia EOC–USI, creato per rispondere alla crescente carenza di medici di prossimità».
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L’USI, ha poi ricordato la rettrice, sta svecchiando il proprio corpo docente per essere pronta, con largo anticipo, al ricambio generazionale che dovrà affrontare nei prossimi anni, suggerito dalla grande percentuale di professori ordinari rispetto a quelli associati. Il tema del “futuro” è risuonato anche nelle numerose iniziative destinate alla sostenibilità, e ai tre “National Centres of Competence in Research” - su invecchiamento, futuri paesaggi energetici e intuizione aumentata (cioè sistemi intelligenti capaci di supportare il pensiero umano non solo con dati e analisi, ma anche con suggerimenti “intuitivi”) - che l’ateneo ha proposto al Fondo Nazionale Svizzero e che attualmente si trovano in fase di valutazione (i NCCR, lo ricordiamo, sono “consorzi” scientifici, se vogliamo usare questo termine, creati in settori molto innovativi, che vengono finanziati con cifre anche ingenti, intorno ai 20 milioni di franchi).
La rettrice ha ricordato anche l’evento “Insieme per il futuro”, che verrà organizzato durante il Festival del film di Locarno, e l’avvio di un progetto sul tema “Lugano città universitaria”, con l’elaborazione di proposte da parte dell’Accademia di architettura per integrare maggiormente l’Università nella vita e nella società cittadina.
I TAGLI ALL’ISTRUZIONE - Uno dei tempi più sentiti della giornata sono stati, in ogni caso, i tagli all’istruzione e alla ricerca proposti dal governo federale, e le incertezze legate agli accordi bilaterali con l’Unione Europea. La rettrice ha ribadito l’importanza dell’autonomia accademica, e la fiducia nel mondo universitario.
L’argomento è stato ripreso anche dalla presidente del Consiglio dell’Università, Monica Duca Widmer. «Il Consiglio di Stato ticinese e l’USI - ha detto - hanno espresso con chiarezza il loro dissenso rispetto ai tagli proposti».
LA SITUAZIONE NEGLI USA - Nel suo discorso, la rettrice Lambertini ha puntato l’attenzione, con toni fermi, anche sulla situazione statunitense: «La fiducia nel sapere libero e l’autonomia istituzionale - ha ricordato - sono una condizione imprescindibile per la produzione e la trasmissione della conoscenza. Tendiamo a dare questi valori per scontati, ma non lo sono, neppure nei Paesi democratici. Lo dimostra la situazione di alcune università statunitensi, oggi costrette a difendere la propria autonomia perfino nelle aule di tribunale. È un richiamo forte per tutti noi a non abbassare mai la guardia».
Su questo tema è intervenuta anche la Consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti: «Mai avrei pensato - ha detto - di dover assistere all’inquietante e raccapricciante spettacolo del ricatto finanziario e del tentativo di censura e ingerenza a fini politici da parte di un governo democraticamente eletto, quello degli Stati Uniti, sulla libertà accademica di alcuni tra i principali atenei americani».
Per quanto riguarda la situazione internazionale, la Consigliera di Stato ha aggiunto che «se è vero che la guerra si combatte con le armi, è altrettanto vero che la pace si costruisce con il linguaggio, con la cultura, con l’educazione. L’università, con la sua capacità di dialogare tra le differenze, di creare spazi di confronto, può essere importante attore di riconciliazione».
Si è espressa con termini analoghi anche Monica Duca Widmer: «In un contesto già segnato da una crescente instabilità geopolitica ci troviamo di fronte a un vero cambiamento di paradigma. Abbiamo vissuto a lungo in un’epoca caratterizzata da stabilità, pace e benessere diffuso, alla cui crescita le università hanno contribuito in modo significativo. Oggi registriamo un rallentamento della crescita, che tuttavia non rappresenta un arresto. Le opportunità restano numerose e vanno colte con lungimiranza».
I RICONOSCIMENTI - Dopo un’intervista/dialogo di Giovanni Pellegri, direttore dell’Ideatorio USI, con Claude Nicollier (primo e finora unico astronauta svizzero ad essere andato nello spazio), sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti.
Il professor Maurice Herlihy della Brown University ha ricevuto il Dottorato honoris causa in Scienze informatiche “per contributi fondamentali, pratici e teorici, alla programmazione di sistemi concorrenti e distribuiti, inclusi i suoi lavori pionieristici sui modelli di consistenza per memoria condivisa e lo sviluppo di tecniche innovative di programmazione concorrente che sono state ampiamente adottate nella pratica industriale”.
L’USI Raiffeisen Best Teaching Award è stato invece consegnato alla professoressa Ilaria Espa e al professor Adriano Fabris, “per la qualità dell’insegnamento”.
L’USI Alumni Award è stato conferito a Giacomo Brenna “per il successo nella carriera nel campo dell’architettura”.
Arturo Licenziati, Presidente e CEO di IBSA Group, è stato nominato Membro onorario USI “per il decisivo e generoso sostegno allo sviluppo della Facoltà di scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana”. Durante la laudatio, che ha ricordato lo stretto legame tra l’azienda farmaceutica e l’università, è stato anche annunciato il rinnovo del sostegno da parte di IBSA Foundation al master in medicina umana per ulteriori dieci anni, con un impegno di 2,4 milioni di franchi.
Infine, poco prima del congedo, la rettrice ha consegnato a Michele Parrinello la Medaglia dell’USI, un prestigioso riconoscimento andato finora a Giorgio Noseda, Franco Cavalli e Mario Botta. Michele Parrinello, oggi professore emerito ma ancora attivo nella ricerca, è una delle personalità di maggiore caratura a livello mondiale nel campo della fisica chimica computazionale. Negli anni Ottanta è stato autore di lavori che hanno tracciato la via nella simulazione dell’interazione tra due molecole. L’anno scorso, lo ha ricordato anche Luisa Lambertini nella laudatio, il professore è rientrato fra i possibili candidati al premio Nobel. «Ma sul tema - ha detto Parrinello - non mi espongo, anche per non portare sfortuna! Se succederà nei prossimi anni, naturalmente sarò felice. Se non dovesse accadere, avrò avuto lo stesso una bella vita piena di soddisfazioni».
Anche Parrinello ha preso posizione sulla questione statunitense, in linea con quella dell’ateneo: «Sono molto preoccupato - ha detto - per quanto sta accadendo. È un momento grave, perché gli Stati Uniti sono sempre stati un Paese leader nella ricerca scientifica, nel sostegno della libertà e della democrazia. Vedere che questi principi traballano è sorgente di preoccupazione e di tristezza. Spero che il cuore democratico riesca a riprendere il controllo dei principi fondamentali su cui si basa la nostra civiltà».
UNO SPAZIO ANCHE PER L’ARTE - Ma al Dies Academicus si è parlato anche di arte. Non solo attraverso l’onirica installazione della Compagnia Finzi Pasca, ma anche con le attenzioni dedicate alle opere di Yuri Catania. La sua nuova installazione di street art partecipativa “Universo”, composta da un mosaico di oltre mille ritratti della comunità dell’USI, è ora al centro del Campus Ovest di Lugano, e dieci sue opere firmate dall’astronauta Claude Nicollier sono state messe all’asta dall’Università per raccogliere fondi da destinare a una o più borse di studio. Questi dipinti pieni di fiori possono forse essere la sintesi del messaggio di pace e coraggio lanciato dalla rettrice.